La fusione tra Tim Brasil e un concorrente locale non è da escludere, ma al momento “non è in agenda”. Lo ha riferito l’ad Marco Patuano a margine dell’incontro con il presidente brasiliano Dilma Rousseff a Palacio do Planalto.
Patuano ha sottolineato che le indiscrezioni su una possibile fusione con GVT si stanno rincorrendo in questi giorni, ma “Telecom Italia e i suoi investitori restano concentrati sull’esecuzione del business plan di Tim Brasil” e ha inoltre precisato che Telecom Italia ha bisogno di una strategia indipendente da quella dei suoi azionisti, tra cui Telefonica.
Sia la stampa brasiliana che quella italiana hanno rilanciato l’ipotesi di una fusione tra Tim Brasil e GVT, controllata brasiliana del gruppo media francese Vivendi, da realizzare con un mix di cash e azioni. Tra le ipotesi sul futuro di Tim Brasil, anche l’acquisizione da parte del concorrente Oi e un eventuale successivo spezzettamento della società tra gli altri player sul mercato (Claro-America Movil e Vivo), che verrebbe però definitivamente a cadere se dovesse concretizzarsi la combinazione con GVT.
Nei mesi passati, Patuano ha ammesso che la fusione tra GVT e Tim Brasil potrebbe essere unacollaborazione interessante, dal momento che le attività della controllata brasiliana del colosso francese Vivendi le cui attività “sono complementari”
La scorsa settimana scorsa, tuttavia, Tim Brasil ha ribadito che non è in corso alcuna trattativa “tra la società e Oi, o anche tra la società e GVT, che implichi qualsiasi acquisizione o di aggregazione aziendale”.
Anche la stessa GVT, comunque, si è schierata apertamente contro lo spezzatino di Tim Brasil, chiedendo alle autorità di bloccarlo e dicendosi pronta a collaborare perché il piano non venga portato a termine, per il bene dei consumatori.
“L’idea di spezzettare Tim e di venderla ai tre principali operatori mobili sul mercato è impensabile nell’attuale” perché, secondo GVT, questo porterà inevitabilmente a un “aumento dei prezzi, a un abbassamento delle qualità del servizio e sarà un freno per gli investimenti in un settore che risulta già arretrato rispetto agli standard internazionali”.
Il ministro brasiliano delle Comunicazioni, Paulo Bernardo, ha quindi riferito che Telefonica “sta chiaramente lavorando per risolvere” i contrasti con il Cade. L’Antitrust brasiliano ha intimato alla società spagnola di ridurre il suo peso sul mercato mobile locale, dove è presente sia con Vivo – il principale operatore brasiliano – che con Tim Brasil attraverso Telecom Italia.
Telefonica, che ha impugnato la decisione del Cade, ha circa un anno per risolvere la questione ma intanto ha iniziato a ridurre la sua presenza in Telecom Italia collocando un bord convertibile in azioni Telecom da 750 milioni di euro, che da qui a tre anni porterà la sua quota nel capitale al di sotto del 10%.