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Tim annuncia un nuovo data center a Roma, investimento da 130 milioni di euro

Continua senza sosta l’avanzare dei data center in Italia. Dopo l’inaugurazione dell’Hyper Cloud Data Center di Aruba a Roma, anche Tim annuncia la costruzione di un nuovo Data Center di ultima generazione nel nostro Paese.

Il progetto, che prevede un investimento di 130 milioni di euro, aiuterà l’azienda a far crescere la divisione TIM Enterprise nel Cloud con l’obiettivo di rispondere alle crescenti esigenze di aziende e Pubblica Amministrazione.

Il nuovo storage verrà realizzato nei pressi di Roma, sarà operativo entro la fine del 2026 e si andrà ad aggiungere ai 16 già esistenti e dislocati su tutto il territorio nazionale e porterà la capacità complessiva del Gruppo TIM salirà a 125 MegaWatt (+25 MW).

Il Data Center sarà interconnesso alla rete fotonica di TIM, che già collega gli altri Data Center del Gruppo e consente la connessione a bassissima latenza con le Region Cloud dei principali hyperscaler mondiali presenti in Italia e ospitate nei siti del Gruppo, nonché l’interconnessione con gli spazi dedicati al Polo Strategico Nazionale. Sarà inoltre destinato ad ospitare hardware Graphic Processing Unit (GPU) ad alte performance per le applicazioni di Intelligenza Artificiale e apparati per la crittografia quantistica per la massima sicurezza nella trasmissione dei dati.

“Il nuovo sito verrà progettato e realizzato con i massimi livelli di affidabilità e sicurezza (Rating 4), avrà un consumo di acqua tra i migliori a livello mondiale e sarà dotato di un sistema di recupero dell’acqua piovana per non incidere sui consumi dell’acquedotto cittadino”, spiega Tim in una nota.

Il vero nocciolo della questione sono i consumi energetici

Negli ultimi mesi il nostro Paese ha visto non solo aziende italiane annunciare la costruzione di data center, ma anche grandi OTT globali. Microsoft, ad esempio, investirà in Italia 4,3 miliardi di euro nei prossimi due anni per espandere la sua infrastruttura di data center hyperscale cloud e di intelligenza artificiale.

Il mercato dei data center è in continua crescita con un valore che arriverà a 418 miliardi di dollari entro il 2030. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, entro il 2026 i data center dedicati all’AI richiederanno 90 trilioni di wattora di elettricità a livello globale, oltre dieci volte l’energia utilizzata nel 2022.

L’AI consuma troppo. Irlanda (regina dei data center Ue) a rischio crisi energetica. L’Italia potrebbe diventare nuovo hub energetico

L’appetito vorace dell’IA per l’elettricità potrebbe però cambiare i piani a livello europeo, costringere un Paese come l’Irlanda, considerata la regina del cloud in Europa, ad abbandonare il proprio scettro poiché le reti elettriche del Paese lottano per tenere il passo con la domanda.

Secondo un recente studio dell’analista statunitense Synergy Research Group, Dublino è il terzo hub di data center hyperscale più grande al mondo, nonché il sito principale in Europa. Microsoft e Google, le aziende che detengono questa tipologia di infrastrutture cloud molto energivori, insieme nel 2023 hanno consumato 48 TWh di elettricità (24 TWh ciascuno), una cifra che supera il consumo di energia di oltre 100 nazioni, tra cui Ghana e Tunisia.

“Questo è un rischio che dobbiamo prendere molto seriamente”, ha detto il membro irlandese del Parlamento europeo Seán Kelly, lamentando il “grave fallimento di non essere riusciti ad aggiornare ed espandere sufficientemente la nostra rete e renderla adatta all’economia [digitalizzata] di oggi”. Di conseguenza, l’operatore di rete elettrica del paese EirGrid ha esaminato “le applicazioni dei data center … caso per caso da novembre 2021”, ha aggiunto un portavoce di EirGrid, che sta applicando una moratoria di fatto sui nuovi hub nella regione di Dublino, che ha già un’infrastruttura energetica altamente concentrata. EirGrid avrebbe avvertito i funzionari irlandesi di un possibile “esodo di massa” di data center dal Paese se la situazione non fosse migliorata. Dal 2016, ha evidenziato “una crescente tensione tra domanda e offerta in Irlanda”, ha affermato il portavoce.

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