Tim sempre in ombra in Borsa, dove oggi nel primo pomeriggio cede l’1,25% a 0,23 euro soglia dalla quale non si smuove da tempo. Sul titolo pesa l’incertezza sul futuro, in particolare sul mercato domestico, al netto degli ottimi risultati di Tim Brasil che ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto normalizzato a 805 milioni di reais (meglio dei 777,2 del consensus) ed EBITDA normalizzato a 3,24 miliardi (in linea con il consensus).
Tim comunicherà i risultati al 30 settembre il 13 novembre, ma il mercato non si aspetta grandi exploit sul fronte domestico, che resta sempre alquanto ostico come certificato non più tardi di ieri dallo studio di Mediobanca sulle Telco.
Intanto, Intesa San Paolo ha confermato il target price a 0,40 euro.
Piccoli azionisti sempre più disillusi
E i piccoli azionisti sono sempre più disillusi soprattutto dopo le voci di un piano di bonus da 20 milioni di euro, che l’ad Pietro Labriola avrebbe in mente per sé e la dirigenza. Incredibile come un Ceo possa chiedere un bonus con un’azienda che perde milioni e milioni al giorno, si mormora nei forum dei piccoli azionisti.
Un’azienda che non produce utili, passata da 0,40 a 0,23 dall’ingresso dell’ad in azienda, sottolineano gli investitori, secondo cui l’unica cosa che possa far pensare al contrario è che i conti siano buoni per questa trimestrale senza rete, e che quindi già iniziano a bussare alla porta. Ma il clima percepito è quello di un “continuo sotterfugio”, mentre cresce il dubbio che con Sparkle non se ne faccia nulla, anche se c’è ancora tempo fino alla fine del mese per chiudere l’operazione a favore della cordata Mef-Asterion, il fondo spagnolo che controlla Retelit.
Piano di incentivazione da 20 milioni di euro
Ha fatto discutere in questi giorni la notizia il piano di incentivazione e di bonus da 20 milioni di euro che l’ad Pietro Labriola vorrebbe promuovere e che riguarderebbe se stesso e 350 dirigenti. Un piano che al momento non è ancora stato varato dopo le critiche piovute sull’ad Pietro Labriola, al centro di diverse voci in questi giorni fra cui quella di una sua prossima uscita lanciata da Lettera 43, che dopo la pubblicazione dell’articolo si è vista tagliare la pubblicità dall’azienda. Resta da capire quale sia la ratio di questo piano di incentivazione, dal momento che il rilancio dell’azienda dal punto di vista economico e finanziario non sembra decollato e che al di là delle cessioni della quota restante di INWIT (350 milioni) e di Sparkle (700 milioni), in dirittura d’arrivo ma ancora non conclusa (forse la cessione non è più così certa?), non ha portato i frutti sperati.
Le critiche di Asati
Critica in questo senso anche Asati, l’associazione dei piccoli azionisti, secondo cui Tim “dovrebbe valutare con attenzione se proporre, adesso, la distribuzione del bonus straordinario, agganciato alle vendite di Sparkle e della quota residua di Inwit, oppure se farlo quando i risultati del lavoro di trasformazione della società saranno più evidenti. Dovrebbe anche valutare, nel caso decidesse di procedere con il bonus, se presentare la proposta ai soci”.
E’ la posizione di Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Tim, dopo le indiscrezioni di stampa uscite nel fine settimana e la precisazione dell’azienda che sono in corso approfondimenti su incentivi fino a 20 milioni per i manager, ma nulla è stato ancora deciso.
Tim, prosegue l’associazione presieduta da Franco Lombardi, “sta realizzando una profonda trasformazione, iniziata con la vendita della rete d’accesso fissa, ma non ha ancora ottenuto i risultati annunciati. Il titolo ha oggi un valore di 23 centesimi (-22% da inizio 2024) e il risultato del primo semestre è in perdita, anche se la perdita è minore rispetto a quella del primo semestre 2023”.
E’ giusto, aggiunge Asati, che “Tim voglia evitare di perdere le persone che devono gestire il cambiamento, ma deve anche tener conto dell’immagine e della credibilità della società. Gli azionisti e il mercato aspettano da anni significativi miglioramenti dei risultati di Tim e, se sarà presa la decisione di procedere con il bonus e di non farlo approvare dall’assemblea, Tim potrebbe avere ricadute negative su immagine e credibilità”.
Bonus già bocciato da Vivendi l’anno scorso
Labriola aveva proposto nella scorsa assemblea un bonus per se stesso che sarebbe potuto arrivare a 25 milioni in tre anni, ma è stato bocciato da Vivendi, il primo azionista con il 23,75% molto scontenta del prezzo di vendita della rete a Kkr. Ora torna alla carica, forte delle cessioni.
Le casse di TIM sono poi in attesa di 1 miliardi dallo Stato italiano, che sarebbe il rimborso dal governo del canone che Telecom ha pagato nel lontano 1998 e che una sentenza della Corte di appello di Roma ha dichiarato essere non dovuto. Lo Stato però ha fatto ricorso in Cassazione contro la sentenza e questo fatalmente allungherà i tempi della disputa che dura già da 25 anni.
Il sentiment dei piccoli azionisti di Investing.com
Indicativi sul sentiment fra gli azonisti i commenti dei piccoli azionisti del forum di Investing.com
“Il vero problema è che la trimestrale non sembra buono e questo confermerebbe la previsione di Vivendi che la società senza la rete (svenduta) non starebbe in piedi!”, scrive un utente. “La Spagna non vuole più Sparkle troppi soldi per sistemare Valencia”, scrive un altro. Il che sarebbe un problema non secondario per l’azienda che punta sulla cessione per rimpinguare le casse.
“Discesa tutta una scusa per far obbligare a svendere Sparkle, ma nessun problema…. la svenderà lo stesso”, scrive un terzo utente del forum.