Agcom ha messo a consultazione pubblica il piano di separazione legale volontaria della rete Tim e del suo impatto, in particolare per quanto riguarda gli obblighi di non discriminazione e equivalence, e ha ridefinito i prezzi di accesso alla rete orientati ai costi per il periodo 2019-2021, con una riduzione dei prezzi di accesso su rete in fibra (VULA FTTC e FTTH) ed un aumento graduale del prezzo dell’unbundling (ULL, l’ultimo miglio) e del bitstream-rame. Tim, nonostante la proposta di separazione della rete, resta per l’Autorità un operatore con significativo potere di mercato (SMP) tranne che nell’area di Milano, dove la concorrenza infrastrutturale è più sviluppata che nel resto del paese.
Il titolo Tim oggi in apertura a Piazza Affari cedeva il 3,6% all’indomani delle conclusioni dell’Agcom sull’analisi coordinata di accesso alla rete fissa.
Consultazione a parte su Open Fiber
Inoltre, con l’ingresso sul mercato di un operatore wholesale only, come Open Fiber, l’Autorità per le Comunicazioni ha approvato un provvedimento separato di avvio di una consultazione per la definizione delle regole, attualmente limitate alla rete Tim, relative alle procedure di passaggio dei clienti tra operatori che utilizzano un fornitore di accesso alternativo a Tim.
L’Autorità, relatori il presidente Angelo Marcello Cardani e il commissario Antonio Nicita, ha approvato ieri il provvedimento sull’analisi coordinata dei mercati dell’accesso all’ingrosso alla rete fissa, avviando una consultazione che insieme al piano di separazione della rete Tim sarà messo a consultazione pubblica per 45 giorni a partire dalla pubblicazione della delibera, che dovrebbe avvenire fra una decina di giorni.
Rincari per accesso in rame e unbundling (ultimo miglio)
Il nuovo quadro regolatorio al 2021-2025 prende in considerazione “i persistenti divari territoriali in termini di sostenibilità, nel lungo termine, della concorrenza infrastrutturale e gli obiettivi della road map digitale europea per la realizzazione di reti a banda ultralarga”, si legge nella nota Agcom, che nella sua analisi “conferma Tim quale operatore con significativo potere di mercato (SMP), cioè soggetto agli obblighi regolamentari previsti dal Codice delle Comunicazioni elettroniche su tutto il territorio nazionale”.
Il nuovo sistema di pricing fissato dall’Autorità prevede “una stabilità del prezzo dello SLU (Sub Loop Unbundling), un incremento graduale del prezzo dell’unbundling (ULL) e del bitstream-rame”.
Area di Milano fa storia a sé
In considerazione della significativa presenza di infrastrutture di comunicazione alternative a Tim e un livello di concorrenza sui servizi wholesale e retail, l’Autorità ha individuato “l’area di Milano come mercato distinto dal resto del Paese e non soggetto a regolamentazione dei prezzi di accesso alla rete Tim”, si legge nella nota, mentre nel resto del Paese, mantenendo Tim il ruolo di SMP, Agcom mette a consultazione la possibilità di individuare “rimedi geografici differenziati rispetto ad opzioni che tengano conto di condizioni concorrenziali specifiche” che permetterebbero di “graduare taluni obblighi di accesso wholesale in capo a Tim”.
Switch-off del rame incentivato
L’Autorità non fissa una data precisa per lo switch off della rete in rame, tuttavia mette a consultazione il tema dello “switch-off volontario” del rame alla fibra (detto anche decommissioning), “in aree che raggiungono significativa copertura della rete in fibra”, si legge nella nota dell’Autorità che intende ridurre i tempi e semplificare il “processo di sostituzione della sezione di rete primaria in rame (dagli armadi stradali fino alla centrale locale) con connessioni in fibra ottica” con un processo che secondo l’autorità renderà più efficienti i costi di gestione della rete Tim, “riducendo il numero di centrali locali dislocate sul territorio italiano”. Un processo, questo, che secondo Agcom, “incentiverà la migrazione dei consumatori di tutti gli operatori verso servizi a banda ultralarga, migliorando qualità dell’accesso e capacità di connessione”.