Titolo Tim in spolvero +4,67% a 0,26 euro nel primo pomeriggio, ai massimi dal 19 dicembre. A spingere le quotazioni le indiscrezioni della Reuters, secondo cui la decisione sulla vendita di Sparkle alla cordata formata da Tesoro e Retelit (fondo Asterion) potrebbe essere presa nel Cda del 22 gennaio, con discussioni che inizieranno nel consiglio convocato per il giorno 15 gennaio.
Lo scorso 18 dicembre a Tim è pervenuta l’offerta vincolante della cordata Tesoro-Retelit (fondo Asterion) valida fino al 27 gennaio, che ha confermato i 700 milioni (enterprise value) proposti a inizio ottobre in via preliminare.
Nuovo piano industriale
Secondo gli analisti di Intermonte, questa accelerazione potrebbe essere legata al nuovo piano industriale che Tim presenterà il 13 febbraio, “per escludere definitivamente l’asset (Sparkle) dal perimetro di gruppo”. La settimana del 20 gennaio, fanno notare gli esperti, “si preannuncia cruciale su più fronti: il 20 gennaio è anche la scadenza per Tim per negoziare con il governo un accordo sulla restituzione del canone 1998, per cui non escludiamo che venga convocato un Cda straordinario ad hoc il 22 gennaio per esaminare questo dossier e la cessione di Sparkle.
Societarizzazione in vista
“Dal nuovo piano industriale ci aspettiamo un maggior impulso sulla societarizzazione delle due principali business unit (Consumer e Enterprise), processo che agevolerebbe eventuali aggregazioni industriali o cessioni di asset, ma anche un focus su alcune iniziative per semplificare la struttura del capitale (possibile buyback delle azioni di risparmio) e societaria (riduzione capitale sociale per liberare riserve distribuibili, merger delle due lussemburghesi Ti International e Ti Finance in Tim), già oggetto di indiscrezioni di stampa”.
Accordo con Musk
Per Equita la raccomandazione sul titolo resta buy con prezzo obiettivo a 0,34 euro. Gli analisti non vedono impatti sul settore da un eventuale accordo tra governo e Starlink per la fornitura di sistemi di comunicazione sicuri per le istituzioni, mentre sviluppi relativi alla fornitura di servizi VHCN (copertura ad alte prestazioni) per aree rurali e case sparse potrebbero accelerare la realizzazione dei target di copertura di Open Fiber con possibili effetti favorevoli sull’earn-out da 2,5 miliardi di euro che KKR dovrebbe versare a Tim in caso di combinazione di Fibercop con la rete Open Fiber.