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TikTok, Trump vuole il ban. L’app risponde: ‘Creeremo 10mila posti di lavoro’

TikTok è pronta a creare 10 mila posti di lavoro in tre anni negli Stati Uniti.

Lo hanno annunciato i responsabili del social media controllato dalla cinese ByteDance dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di inserire l’azienda nella ‘black list’ delle società indesiderate.

Attualmente l’app, molto popolare tra i giovanissimi, conta negli Usa circa 1.400 dipendenti. L’organico e’ stato triplicato nel corso dell’ultimo anno e i nuovi posto di lavoro sarebbero concentrati soprattutto in California, in Texas e a New York.

TikTok infatti ha condotto fino ad ora una aggressiva campagna di assunzioni negli Stati Uniti, arruolando come amministratore delegato Kevin Mayer, un ex dirigente di Walt Disney.

TikTok valuta lo spostamento della sede

Con il probabile arrivo del bando Usa, TikTok valuta lo spostamento della sua sede a Londra o in altre città occidentali. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters, l’azienda cinese sarebbe da mesi in contatto con il governo britannico come parte di una strategia per prendere le distanze dalla sua proprietà cinese.

Londra, secondo le indiscrezioni, sarebbe tra le diverse sedi che l’azienda sta prendendo in considerazione, anche se al momento non ci sono decisioni definite.

Perché il ban

L’accusa dell’amministrazione Usa e che TikTok sia uno strumento in mano a Pechino per spiare e rubare i dati di milioni di americani.

Il timore di fondo è che il governo cinese usi la piattaforma come veicolo di spionaggio. Gli Stati Uniti potrebbero imporre una messa al bando entro le prossime settimane, mentre l’India lo ha già fatto (insieme a diverse altre 59 app cinesi) in quanto considerate “un pericolo per la sovranità e l’integrità del Paese”. Il ministero della Tecnologia indiano ha infatti affermato di aver ricevuto numerose lamentele riguardanti l’invio di dati personali degli utenti verso server che si trovano al di fuori dell’India.

Secondo quanto riporta il sito esquire.com, il ricercatore informatico Bangorlol, ha dichiarato come TikTok raccoglie un numero superiore di dati rispetto a quelli catturati dagli altri social network. Per la precisione, questa app monitora tutti i dettagli hardware del nostro telefono (tipo di CPU, ID dell’hardware, utilizzo della memoria, spazio su disco, ecc.), le app che abbiamo installato, il nostro indirizzo IP, il nostro indirizzo MAC, i punti di accesso al WiFi e tutto ciò che ha a che fare con il network utilizzato.

In alcuni casi, la app invia ogni trenta secondi al suo quartier generale, tramite localizzazione GPS, il luogo preciso in cui ci troviamo (questa opzione si attiva non appena aggiungete la vostra posizione a un post). La app rivela inoltre la mail degli utenti, la seconda mail utilizzata per recuperare l’account smarrito e anche il vero nome degli utenti e il loro compleanno.

Una quantità di dati che, secondo Bangorlol, “è nettamente superiore a quella raccolta da app come Facebook, Instagram o Twitter”. Non solo: il comportamento di questa app è celato con attenzione dagli sviluppatori: tutte le richieste di analytics sono criptate e la chiave per decifrarle cambia con ogni aggiornamento dell’applicazione.

TikTok: i numeri da capogiro

TikTok è nata in Cina con un altro nome, Musical.ly, creata da Alex Zhu e Luyu Yang, ed aveva già ottenuto, dal 2015, un discreto successo, mescolando video, social e musica, arricchita da Live.ly, una piattaforma per lo streaming video in diretta.

Nel giro di due anni Musical.ly è arrivata a valere 750 milioni di dollari, la cifra spesa dai cinesi di ByteDance nel 2017 per comprarla e fonderla con la loro piattaforma TikTok, dandogli la forma odierna e portandola al successo planetario.

Secondo SensorTower, l’app TikTok è stata scaricata almeno due miliardi di volte. Nel solo mese di marzo, apice della pandemia, è stata scaricata 65 milioni di volte.

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