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TikTok, Garante privacy: “Age verification non risolta. Subito soluzione, proteggendo dati dei minori”

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Sul Messaggero, Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente Autorità Garante Privacy, torna a suonare la sveglia a TikTok: “Individuare con massima priorità la soluzione per verificare con certezza l’età degli utenti under 13”.

È stata cantata vittoria troppo presto. Quando dal 9 febbraio TikTok ha chiesto a tutti gli utenti in Italia di dichiarare, in modo arbitrario, la propria età per poter accedere, in molti hanno visto questa modalità come la soluzione per la verifica dell’età e così l’impossibilità per gli under 13 di usare più il social.

Non è andata così.

Per questo motivo oggi il Garante Privacy torna a suonare la sveglia a TikTok per introdurre soluzioni tecniche in grado di “accertare con certezza l’età degli utenti”, come imposto già con il provvedimento del 22 gennaio scorso.

Ginevra Cerrina Feroni: “Soluzioni da individuarsi con massima priorità”

“Non spetta a questa Autorità indicare le soluzioni tecniche, da individuarsi con massima priorità, purché si utilizzi – ai fini della verifica dell’età – la minore quantità di dati possibile e nel pieno rispetto della protezione dei minori, soggetti particolarmente vulnerabili e, pertanto, meritevoli di maggior tutela”, scrive sul Messaggero oggi Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente Autorità Garante Privacy.

La vicepresidente osserva quindi che “le azioni nel frattempo adottate dalla piattaforma non sono risolutive, potendo facilmente essere aggirate”.

Age verification, le soluzioni allo studio

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Quali soluzioni tecniche TikTok ed anche gli altri social potrebbero introdurre per verificare con certezza l’effettivo raggiungimento da parte degli utenti della soglia minima richiesta? Nel caso di TikTok sono 13 anni per poter fornire un consenso valido all’utilizzo dei servizi digitali offerti, come previsto dalla normativa in materia di protezione dati.

Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente Autorità Garante Privacy, indica anche delle possibili strade percorribili:

  • “Sono ipotizzabili strumenti e percorsi di verifica tali da garantire l’anonimato, ad esempio intercettando solo l’età anagrafica e non anche l’identità”.
  • Per quanto riguarda l’uso di sistemi di intelligenza artificiale che, attraverso algoritmi di machine learning, desumerebbero da un campione di utenti il parametro per distinguere gli adulti da quelli certamente minori, il Garante osserva ancora: “permane sempre un’area grigia di casi da dirimere con l’intervento umano, così come prevede il Regolamento europeo. Ai fini dell’age verification, saremmo comunque in presenza di un trattamento automatico di dati personali, compresa la profilazione, di cui andrebbe preventivamente valutata la proporzionalità rispetto alla finalità”.

TikTok sta implementando il crowdsourcing per la verifica dell’età

Infine, ecco la soluzione che TikTok sta implementando dopo l’intervento del Garante, annuncia Cerrina Feroni:

  • Il crowdsourcing, letteralmente “voce della folla”, ovvero uno schema che consiste nel mantenere l’attuale autocertificazione, rimettendo alla comunità degli utenti l’accertamento di possibili violazioni della soglia di età, e la successiva notifica di casi singoli al gestore attraverso un pulsante. 

In attesa di vedere implementata la soluzione tecnica, è sempre più necessario diffondere la consapevolezza nell’uso dei social e del web in generale. Media education e cultura della protezione dei dati su Internet sono le altre “soluzioni” non tecniche da adottare il prima possibile a scuola e in famiglia.

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