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TikTok, il CEO Kevin Mayer si dimette. Primo segnale di cedimento?

Kevin Mayer, ex manager della Walt Disney Company, si è dimesso solo dopo tre mesi di operato a capo dell’azienda più discussa del momento: TikTok.

Mayer si dimette solo dopo tre mesi come ad della popolare app, a causa delle pressioni dell’amministrazione Trump e delle accuse che la piattaforma video sia una “minaccia per la sicurezza nazionale statunitense“. In una lettera ai dipendenti, Mayer ha spiegato che la sua decisione è stata presa perché “l’ambiente politico è cambiato drasticamente”.

Kevin Mayer: il profilo

Entrato in Walt Disney nel 1993, Mayer dalla sua ha una lunga esperienza maturata nei panni di Chief Strategy Officer dove ha giocando un ruolo di primaria importanza ad esempio nelle acquisizioni di Pixar, Marvel, Lucasfilm, una parte di 21st Century Fox e BamTech, quest’ultima specializzata proprio nello sviluppo di una tecnologia dedicata allo streaming.

E’ stato ritenuto per lungo tempo come il successore di Bob Iger alla guida di Walt Disney, visto il ruolo che avuto nel corso degli anni nell’orchestrare i maggiori accordi della media company. Ma la Walt Disney lo scorso febbraio ha annunciato che l’amministratore delegato sarebbe stato non lui ma Bob Chapek.

Classe 62, Mayer ha frequentato il Massachusetts Institute of Technology, dove ha conseguito una laurea in ingegneria meccanica, un Master of Science presso la San Diego State University e anche un MBA presso la Harvard Business School.

Il bando Usa contro TikTok

Le dimissioni del CEO sono l’ultima tappa dello scontro che vede contrapporre il presidente americano Donald Trump con la società, di proprietà della cinese Bytedance e dopo che il capo di stato Usa ha di fatto obbligato l’azienda a cedere le proprie attività negli Stati Uniti ad un’azienda americana.

Nelle scorse settimane per rilevare la app si era fatta Microsoft. Un’iniziativa inizialmente in parte osteggiata da Trump, secondo cui l’azienda di Bill Gates avrebbe dovuto pagare una percentuale al Tesoro Usa per l’operazione, e in un secondo momento accolta invece con favore. 

TikTok, che ha fatto causa all’amministrazione Trump per il suo ordine esecutivo che vieta da settembre l’uso dell’app negli Stati Uniti, ha spiegato più volte di non rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale.

TikTok: i dati

Nei dettagli contenuti nel file depositato in tribunale nel corso della “controffensiva” legale della app, nel corso del 2018 il social media è riuscito a quintuplicare il numero degli utenti attivi, che è passato dai 55 milioni di gennaio (di cui 11 milioni negli Usa) ai 271 milioni di dicembre.

La crescita del bacino di utenza è continuata fino a sfiorare i 690 milioni di utenti attivi al mese nel luglio 2020, di cui 100 milioni solo negli Stati Uniti. Complessivamente, TikTok è stata scaricata 2 miliardi di volte.

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