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TikTok ha tracciato gli utenti che guardavano contenuti gay in Usa. E in Italia?

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A raccontare lo scandalo è il Wall Street Journal: “Il tracciamento è durato almeno un anno nel tentativo di aumentare il coinvolgimento degli stessi utenti sul social. La portavoce di TikTok afferma che questa pratica è stata eliminata negli Stati Uniti”. E negli altri Paesi?

Alcuni ex dipendenti di TikTok l’hanno raccontato al Wall Street Journal. Per almeno un anno negli Stati Uniti, il popolare social network ha tracciato gli utenti che vedevano contenuti ‘gay’. I video, scrive il giornale, sono stati catalogati come LGBT. Il motivo? Nel tentativo di aumentare il coinvolgimento degli stessi utenti sul social. 

I dati tracciati

La lista di utenti conteneva informazioni relative ai video guardati e al numero dell’ID di ogni utente e la dashboard era accessibile da tutti i dipendenti di TikTok, ovviamente anche da quelli in Cina. I dati sensibili, come sono quelli relativi all’orientamento sessuale, sono stati utilizzati dai dipendenti di TikTok per ricattare gli utenti?

Anche in Italia?

La portavoce di TikTok, riporta anche il WSJ, ha affermato che la dashboard utilizzata dai dipendenti per accedere ai dati relativi ai contenuti gay “è stata eliminata negli Stati Uniti quasi un anno fa”. E negli altri Paesi, come l’Italia, è stata effettuato lo stesso tracciamento degli utenti?

Come funzionava il tracciamento

Il tracciamento funzionava così. Alcuni dipendenti di TikTok potevano visualizzare i numeri identificativi univoci degli utenti associati a ciascun cluster, nonché l’elenco degli iscritti che stavano guardando i video in ogni cluster. Inoltre, secondo alcuni degli ex dipendenti, i dipendenti hanno avuto la possibilità di cercare gli utenti in base al loro numero ID (una serie di numeri che viene assegnata a ciascun utente TikTok quando inizia a guardare i video sull’app) per vedere a quale cluster erano associati.

Questo scandalo si aggiunge al dibattito su come TikTok gestisce i dati degli utenti. I legislatori statunitensi sono critici nei confronti del social, perché temono che il governo cinese possa costringere il proprietario dell’app, ByteDance con sede a Pechino, a divulgare informazioni sui suoi utenti statunitensi. Ci sono timori per la sicurezza nazionale, ma non ci sono prove.

Nonostante manchi la “pistola fumante”, l’Australia è l’ultimo Paese che si aggiunge alla lista di quelli che ha vietato l’uso di TikTok, considerato un pericolo per la sicurezza nazionale proprio a causa dei legami con il governo cinese.

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