TI Media sarà incorporata in Telecom Italia. I Cda delle due società hanno dato il via libera al progetto di fusione confermando autonomamente il seguente rapporto di cambio, già approvato lo scorso 19 febbraio: 0,66 azioni ordinarie di Telecom Italia di nuova emissione, aventi data di godimento identica a quella delle azioni ordinarie in circolazione alla data di efficacia della fusione, per ogni azione ordinaria di Telecom Italia Media; 0,47 azioni di risparmio di Telecom Italia di nuova emissione, aventi data di godimento identica a quella delle azioni di risparmio di Telecom Italia in circolazione alla data di efficacia della fusione, per ogni azione di risparmio di TI Media. Non sono previsti conguagli in denaro.
Il progetto di fusione sarà sottoposto all’approvazione delle assemblee degli azionisti ordinari del 30 aprile per TI Media e del 20 maggio per Telecom Italia.
TI Media è controllata da Telecom Italia, che ne detiene direttamente e indirettamente il 77,71% del capitale.
Con il completamento dell’operazione di fusione per incorporazione, TI Media uscirà dalla Borsa dopo circa tredici anni.
Dopo la cessione di La7 e La7d all’imprenditore Urbano Cairo, avvenuta a marzo 2013 per 1 milione di euro, e della partecipazione di Mtv agli americani di Viacom, TI Media, nata nel 2003, è rimasta ormai una holding con un’unica partecipazione: il 70% di Persidera, la nuova società delle frequenze televisive creata insieme al Gruppo l’Espresso che è partner di minoranza (30%).
Persidera detiene 5 Mux nazionali ed è già stata messa in vendita – il valore è di 450-500 milioni – ma la risposta dei potenziali acquirenti è stata deludente e la dismissione è stata per il momento sospesa.
A seguito di questo stop, secondo le indiscrezioni che a gennaio erano state smentite da Telecom, sarebbe stata avviata l’operazione di delisting di TI Media.
La nuova operazione annunciata ieri da Telecom punta alla semplificazione della catena di controllo dell’unico business operativo della società che porterà Persidera a essere controllata (sempre al 70%) direttamente da Telecom Italia. Con l’accorciamento della catena societaria rientrerebbero in Telecom anche i circa 20 dipendenti della holding quotata.