Il lato oscuro della Luna diventerà cinese?
Il lato oscuro della Luna non è solo un concetto poetico caro a scrittori, filosofi e musicisti (“The dark side of the moon” dei Pink Floyd è il quarto disco più venduto al mondo di sempre), ma un obiettivo scientifico perseguito nel tempo, con le prime immagini scattate nel 1959 dalla sonda sovietica Luna 3. Poi poco altro, fino a quando nel 2007 la sonda giapponese Kaguya ha rilasciato in orbita lunare un mini satellite per le comunicazioni.
Solo da quel momento in poi si è potuto mappare in maniera dettagliata questo lato del nostro satellite naturale. Nel 2018, l’allunaggio sul lato oscuro del lander Chang’e 4 dell’Agenzia spaziale cinese ha squarciato il velo di mistero che accompagnava questa porzione lunare.
Fino ad oggi, la Cina ha toccato la superficie lunare sei volte (la prima nel 2007 con la missione Chang’e 1), entrando nel club dei cinque (Stati Uniti, Russia, India, Giappone).
Il successo della missione Chang’e 6
A giugno 2024 si è svolta l’ennesima missione, la Chang’e 6, con il compito di raccogliere i primi campioni del lato oscuro, almeno due chili secondo i programmi dell’agenzia spaziale cinese (Cnsa). Un braccio robotico ha raccolto i campioni sulla superficie, una trivella ha perforato il suolo lunare fino alla profondità di due metri.
Il successo di quest’ultima missione, conclusasi senza problemi il 25 giugno scorso, con il rientro a Siziwang Banner, in Mongolia, ha portato grande lustro all’Agenzia spaziale cinese, che ha subito annunciato le prossime missioni.
A cui continuerà a partecipare un’ampia cooperazione scientifica internazionale, che vede anche il nostro Paese in prima linea. L’Agenzia spaziale europea, Francia, Italia e Pakistan, hanno preso parte all’ultima missione e molti di questi faranno parte anche della prossima.
Nel 2026 sarà la volta di Chang’e 7, Italia sempre presente
Secondo quanto annunciato dal sito dello State Council Information Office della Repubblica Popolare Cinese, nel 2026 partirà la nuova missione Chang’e-7, destinata all’esplorazione della regione del Polo Sud lunare, sempre sul lato oscuro del satellite naturale terrestre.
Nel 2028 sarà la volta di Chang’e 8, che avrà il compito di condurre esperimenti sul suolo lunare e predisporre il modello base di una stazione di ricerca internazionale da completare entro il 2035.
30 Paesi partecipano al progetto di una base spaziale lunare internazionale
La Cnsa ha annunciato nuove cooperazioni internazionali, con organizzazioni di almeno dieci Paesi, proprio per lo sviluppo del progetto di base spaziale lunare internazionale sotto la bandiera cinese.
Secondo quanto riportato in un articolo del Global Times, della missione Chang’e 7 faranno parte Egitto, Bahrein, Italia, Russia, Svizzera, Thailandia e l’International Lunar Observatory Association, con sede negli Stati Uniti.
Sono più di 30 i Paesi e le organizzazioni internazionali che hanno preso parte al progetto di costruzione della stazione spaziale internazionale lunare, che sarà realizzata a partire da materiali e risorse di prossimità (non trasportate dalla Terra), come il basalto, molto diffuso sulla superficie lunare.