Robot i fabbrica, lo studio Deutsche Bank
Entro la fine del decennio Tesla potrebbe risparmiare somme rilevanti di denaro inserendo negli stabilimenti i suoi robot automatizzati. Secondo un’analisi della Deutsche Bank ripresa da qz.com, entro il 2030 i robot Optimus garantirebbero all’azienda fondata da Elon Musk un risparmio annuo di 509 milioni di dollari.
Il dato è stato calcolato partendo dal presupposto che i robot in questione potrebbero sostituire un lavoratore impiegato per 40 ore a settimana lungo la catena di montaggio pagato 72.800 dollari all’anno. La sostituzione riguarderebbe il 20% circa della forza lavoro aziendale entro il periodo considerato.
Il calcolo è stato fatto anche per il 2027, su una busta paga di 62.400 dollari, con un dato finale di 141 milioni di euro di risparmi per Tesla.
Lo studi non si ferma ai robot umanoidi. Sul fronte dei robotaxi, ad esempio, il colosso bancario prevede che Tesla impiegherà una flotta di circa 1 milione di veicoli entro il 2035, con un fatturato annuo di circa 15 miliardi di dollari.
Secondo le stime della Deutsche Bank, inoltre, i sistemi di accumulo di energia di Tesla potrebbero generare un fatturato annuo di 41 miliardi di dollari entro il 2030, sulla base di una distribuzione stimata delle batterie pari a 155 GWh.
1000 robot in fabbrica entro il 2024
Secondo quanto affermato dallo stesso Musk, l’obiettivo per l’anno in corso è impiegare attivamente in fabbrica più di 1000 robot Optimus. Ad oggi è stato confermato che ce ne sono due operativi, ma non si sa ne dove, ne con quali compiti.
Ad aprile si è stimato che grazie alla vendita dei robot Optimus si potranno aggiungere fino a 20 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato per l’azienda.
La possibilità di acquistare una di queste macchine, adatte ad altri utilizzi oltre al settore manifatturiero tradizionale, è rimandata comunque al 2025.
Probabile prezzo di vendita stimato dalla Banca tedesca tra i 27 ed i 76 mila dollari a unità.
Il timore mai sopito della disoccupazione tecnologica
Il problema è che i risparmi attesi dovrebbero arrivare non da una maggiore operatività e produttività delle macchine, ma dalla sostituzione di esseri umani con queste, riaprendo la questione della disoccupazione tecnologica.
Un timore da tempo sollevato da studiosi, sindacalisti e politici e che trova conferma proprio in questa analisi della Deutsche, anche perché la vendita dei robot, come detto, non sarà limitata al settore manifatturiero, ma anche ad altri ambiti lavorativi, dalla sicurezza all’assistenza sanitaria e alla cura delle persone, anche dei bambini.
C’è da chiedersi se davvero questa sia una strada che vale la pena percorrere, soprattutto in chiave di sostenibilità sociale degli obiettivi delle aziende che come Tesla vedono nella robotica il futuro dell’industria automobilistica (in parte già realtà oggi).