Gli attentati che in questi anni hanno insanguinato l’Europa e diversi Paesi nel mondo dimostrano che la lotta al terrorismo deve essere più determinata e soprattutto coordinata nelle azioni, a partire dalle fonti finanziarie che alimentano le diverse cellule terroristiche.
L’Agenda europea sulla sicurezza ha individuato una serie di settori in cui intervenire, per migliorare la lotta contro il finanziamento dei gruppi terroristici, con un Piano d’azione molto ampio.
Piano che, nelle intenzioni dei promotori, “fornirà una risposta forte e rapida alle sfide attuali, basandosi sulle norme europee in vigore e completandole ove necessario” e “attraverso misure concrete, adatterà queste norme o proporrà norme supplementari per affrontare le nuove minacce”.
“Nei prossimi mesi – ha spiegato il primo Vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans – la Commissione aggiornerà e svilupperà le norme e gli strumenti europei attraverso misure adeguatamente concepite, per affrontare le minacce emergenti ed aiutare le autorità nazionali a rafforzare la lotta contro il finanziamento del terrorismo e a cooperare in maniera più efficace, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali”.
“Vogliamo migliorare il controllo sui numerosi mezzi finanziari usati dai terroristi, dal denaro contante e il commercio di reperti culturali alle valute virtuali e le carte anonime prepagate, evitando al tempo stesso di ostacolare il funzionamento dei pagamenti e dei mercati finanziari per i comuni e onesti cittadini”, ha precisato l’altro Vicepresidente Valdis Dombrovskis.
L’obiettivo è quindi scoprire e smantellare i canali di finanziamento dei terroristi, per ridurre le loro possibilità di viaggiare, di comprare armi ed esplosivi, di tramare attentati e di diffondere odio e paura online.
Tra i numerosi canali utilizzati dalle organizzazioni terroristiche per raccogliere fondi e accumulare ricchezze, ci sono certamente le valute virtuali o criptovalute, tra cui le più popolari sono Bitcoin, Ethereum e Ripple.
Tra i diversi provvedimenti che sono stati inclusi nel 4º pacchetto antiriciclaggio, varato nel 2015 e ora sottoposto a modifiche e aggiornamenti, è in discussione la possibilità di estendere la direttiva antiriciclaggio alle criptovalute appena menzionate.
“Affrontare i rischi di finanziamento del terrorismo legati alle valute virtuali”: per impedire che vengano abusivamente utilizzate a scopo di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, si legge nella nota divulgata da Bruxelles, “la Commissione propone di far rientrare nel campo d’applicazione della direttiva antiriciclaggio le piattaforme di scambio di valute virtuali”.
In tal modo, sostiene la Commissione, “queste piattaforme dovranno applicare controlli di adeguata verifica della clientela negli scambi fra valute virtuali e valute reali, mettendo così fine all’anonimato associato a tali scambi”.
Ulteriori misure riguarderanno anche l’economia digitale e le carte prepagate per gli acquisti di ogni tipo, anche online: “Affrontare i rischi legati agli strumenti prepagati anonimi (ad esempio le carte prepagate)”. La Commissione, in questo caso, propone di “abbassare le soglie per l’identificazione e di ampliare gli obblighi di verifica dei clienti”.
Si specifica che “verrà tenuto debito conto del principio di proporzionalità, in particolare riguardo all’uso di queste carte da parte di cittadini vulnerabili dal punto di vista finanziario”.