Il Governo francese potrà ordinare il blocco dei siti web inneggianti al terrorismo o che contengono materiali pedopornografici, senza l’ordine di un giudice.
È quanto disposto da un decreto entrato in vigore il 7 febbraio, in base al quale l’ufficio centrale della Polizia per la lotta contro la criminalità avrà facoltà di redigere un elenco di Url e di inviarle agli ISP, che avranno 24 ore di tempo per bloccare l’accesso ai siti.
Gli utenti che proveranno ad accedere saranno reindirizzati verso una pagina informativa del ministero dell’Interno in cui saranno dettagliati i motivi del blocco.
Gli ISP saranno risarciti dei costi, mentre la supervisione del processo di blocco sarà affidata a un funzionario del CNIL, la Commissione francese per la protezione dei dati.
I recenti attentati terroristici di matrice islamica a Parigi avrebbero soltanto accelerato l’iter del decreto, che attua le disposizioni di due leggi: la ‘Loppsi 2’ del 2011 contro il cybercrime e la pedopornografia e la legge antiterrorismo approvata ad ottobre.
I sostenitori della legge si dicono convinti che il provvedimento sia fondamentale per prevenire attacchi futuri, visto il numero crescente di giovani francesi che hanno aderito movimenti jihadisti in Iraq e Siria e le aggressive campagne di propaganda online da parte di gruppi terroristici come l’ISIS.
Per il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve, “…oggi, il 90 per cento di coloro che, all’interno dell’Unione europea, aderiscono ad attività terroristiche è fomentato da materiale visionato in rete”.
Secondo Cazneuves, dunque, non si combatte il terrorismo “…se non prendiamo misure per regolamentare Internet”.
Queste misure non hanno ovviamente mancato di far discutere: per i sostenitori dei diritti civili, si tratta di una legge pericolosa perché darà facoltà al Governo di limitare fortemente la libertà d’espressione.
Felix Tréguer, fondatore de La Quadrature du Net “con questo decreto, si stabilisce che il potere amministrativo possa censurare internet. La Francia ancora una volta aggira il potere giudiziario, tradendo la separazione dei poteri e limitando quella che è la prima libertà fondamentale in ogni democrazia: la libertà di espressione”.
Per Tréguer, inoltre, il blocco dei siti web è inutile perché è facilmente aggirabile ed è anche sproporzionata perché si corre il rischio di bloccare contenuti perfettamente legali.
Il decreto, conclude, “darà solo l’illusione che il governo francese stia agendo in nome della sicurezza dei suoi cittadini, quando in concreto sarà solo un ulteriore passo verso la limitazione dei diritti online”.