Può il nostro cervello affrontare e superare un grosso trauma come un grave lutto, una violenza, un terremoto, una catastrofe?
È possibile ritornare a vivere serenamente come prima di un avvenimento che ci ha stravolto la vita?
Purtroppo dopo un accadimento fortemente negativo, la memoria dell’evento resta “congelata” nelle reti del cervello in modo non funzionale, l’informazione non può essere elaborata e continua a provocare, negli anni, patologie come il disturbo post traumatico da stress con patologie ad esso collegate.
Domani, 10 luglio 2015, si apre a Milano il 16° Congresso EMDR, (ore 17.30 presso MiCo), con un focus molto forte: trauma e terrorismo.
L’EMDR, Eye Movement Desensitization ad Reprocessing è il trattamento di psicoterapia che agisce sui disturbi post traumatici da stress.
“Metaforicamente, l’elaborazione dei traumi attraverso l’EMDR è come la corsa di un treno – spiega la dottoressa Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, Supervisore EMDR e responsabile comunicazione EMDR Italia – A ogni fermata scende del materiale negativo e salgono nuove associazioni positive. In altre parole, questo metodo sollecita un percorso che va dal disfunzionale al funzionale riabilitando la capacità fisiologica del cervello di digestione e in seguito di accantonamento degli eventi traumatici. Oltre alle risposte emotive del paziente, e quindi oltre alla risoluzione della problematica della sintomatologia, varie ricerche hanno dimostrato che dopo il trattamento di psicoterapia con l’EMDR si sono verificati importanti miglioramenti a livello neurofisiologico. Per esempio nel ripristino dell’equilibrio fisiologico del funzionamento della memoria con una maggiore attività ed incremento metabolico nel giro cingolato anteriore e nel lobo frontale sinistro”.
“L’EMDR rimane il trattamento con maggior ricerca scientifica per intervenire sulle persone che hanno sviluppato sintomi, disturbi o problematiche dopo aver vissuto situazioni di stress per gravi eventi di vita ed esperienze traumatiche – afferma Isabel Fernandez, presidente EMDR EUROPE – In questi giorni psicoterapeuti provenienti da tutta Europa si ritroveranno a Milano per presentare le ricerche più avanzate e i risultati clinici raggiunti nel trattamento dei traumi utilizzando l’EMDR. Saranno presentati gli ultimi studi effettuati sull’EMDR applicato a: disturbi alimentari, anoressia, obesità, dipendenze e allattamento. Questo significa che un trattamento psicologico come l’EMDR ha anche un effetto terapeutico sulle strutture cerebrali che sono coinvolte nella gestione della paura e delle reazioni di stress”.
Terrorismo, due vittime raccontano la rinascita
“Ho visto la morte accanto a me ma ora sono tornata a vivere e a lavorare grazie all’EMDR. Così ho sconfitto il terrorismo”.
Sono le parole di Alessandra Morelli, delegata dell’UNHCR-Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati, bersaglio di un grave attacco bomba nel febbraio del 2014 in Somalia, a Mogadiscio insieme ai suoi colleghi (leggi l’intera testimonianza di Alessandra Morelli).
Altro testimonial del congresso Luca Leodori, sopravvissuto all’attacco terroristico al Taj Hotel a Mumbai nel novembre 2008.
Quelle di Alessandra Morelli e Luca Leodori sono due forti testimonianze dell’efficacia dell’EMDR nel ridurre gli effetti devastanti degli eventi traumatici che hanno vissuto nel corso degli attentati terroristici che li hanno coinvolti.
“L’esplosione era surreale sebbene io non fossi nuova ai suoni della guerra – ricorda Alessandra Morelli – La deflagrazione ha ucciso dei passanti e il suono è stato così forte e profondo da attraversare il mio corpo come una freccia. Il fumo e l’odore della morte intorno si era infiltrato dentro la macchina e iniziava a intossicarci. Ho realizzato subito che eravamo stati attaccati da un veicolo kamikaze esploso vicino alla nostra macchina. Hussein, l’autista, con la sua determinazione è riuscito a far ripartire la macchina e siamo arrivati all’Amison Hospital”.
“I primi 3 giorni dopo l’incidente mi sembrava di stare bene – racconta la Morelli – anche perché ero molto presa da tutte le persone che con grande affetto chiedevano di me ed ero anche impegnata in riunioni varie con i miei colleghi e con i superiori delle UN nell’analizzare l’accaduto. Una notte mi sono resa conto che un semplice rumore mi faceva trasalire, sudavo freddo e i miei muscoli erano tesi. Camminavo come un robot, ero impaziente, emotiva e agitata, incapace di stare seduta ferma o di ascoltare. Il respiro era affannato e avevo sentimenti di rabbia. Mi resi conto che stavo manifestando degli effetti post traumatici e che dovevo trovare il modo per elaborare ciò che era accaduto ma non sapevo con chi parlarne. Una cara amica, Alessandra, mi parlò della terapia EMDR presentandomela come un approccio innovativo per la cura dei traumi. Così ho iniziato questo affascinante viaggio verso la libertà, tramite l’elaborazione e la desensibilizzazione dell’incidente.
Dopo un mese di terapia avevo nuovamente la gestione e il controllo delle mie emozioni. Il mio team mi attendeva”.