Il Consiglio dei Ministri di ieri ha stanziato un primo fondo di 300 milioni di euro per dare il via alla ricostruzione dei Paesi coinvolti dal terremoto del 24 agosto. L’annuncio è stato dato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, in occasione della presentazione dei contenuti del decreto legge sul terremoto approvato dal Consiglio dei Ministri n. 135 dell’11 ottobre.
Una misura per lo ‘start’, in quanto la cifra vera che presto sarà messa in campo dovrebbe essere molto più consistente, con stime ufficiose che parlano di circa 3,5 miliardi di euro per le strutture private e più di un miliardo per quelle pubbliche.
Risorse “già previste dalla legge di bilancio che approveremo sabato prossimo e di cui nel decreto si fa esplicito collegamento“, ha precisato De Vincenti. “Il contributo della Commissione europea è massimo il 6% della spesa complessiva, il resto sono risorse nazionali”. In totale sono 62 i Comuni che rientrano nel decreto.
In azione ad Amatrice anche i robot del progetto europeo “Tradr” (“Long-Term Human-Robot Teaming for Robot-Assisted Disaster Response”), consorzio Ue di 12 partner di 6 nazioni, che impiega robot per interventi in aree colpite da disastri naturali, come i terremoti. Un team composto da membri provenienti da Italia, Germania e Repubblica Ceca si è messo a disposizione delle autorità italiane dal 1° settembre, appena ricevuto il via libera dai Vigili del Fuoco.
Obiettivo della missione: utilizzare i robot UGV (unmanned ground vehicle) e robot UAV (Unmanned aerial vehicle) per fornire modelli 3D di due chiese situate ad Amatrice – quella di San Francesco e quella di Sant’Agostino – monumenti del patrimonio culturale nazionale del XIV secolo.
Le due macchine, attraverso soluzioni Internet of Things e M2M, una volta all’interno delle strutture collassate, avevano il compito di acquisire immagini e modellarle in 3D comunicando tra loro. Due UGV, veicoli terrestri a controllo remoto e guida automatica, si scambiavano immagini e informazioni sui danni e lo stato complessivo dell’area, mentre diversi aeromobili a pilotaggio remoto, i droni UAV, fornivano vedute aggiuntive in un ambiente che comunque limitava fortemente accesso e spostamenti.
Secondo quanto riportato dai responsabili del progetto, sono stati eseguiti vari voli all’esterno e all’interno di ciascuna delle due chiese. Entrare negli edifici non era facile, ma alla fine le macchine ci sono riuscite grazie alla collaborazione di tre UAV funzionanti in parallelo.
Mentre un drone si introduceva attraverso un’apertura nel tetto, gli altri due fornivano simultaneamente immagini riprese da diverse angolazioni, che il pilota poteva usare come ulteriore fonte di orientamento. Un assistente monitorava continuamente le immagini dando istruzioni verbali su come volare.
Obiettivo della missione era raccogliere sufficienti dati per la costruzione di modelli 3D di alta qualità, che nei prossimi mesi saranno preziosi per la valutazione e la riparazione delle chiese danneggiate. I modelli sono stati consegnati ai Vigili del Fuoco italiani e al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.