La scuola di San Giuliano di Puglia, ricostruita dopo il drammatico terremoto del 2002, e il Centro operativo di Foligno sono alcuni degli edifici sensibili sottoposti alla sorveglianza antisismica con sensori “intelligenti”, messi a punto dall’ENEA in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile.
L’iniziativa rientra nei progetti di monitoraggio e prevenzione del rischio sismico di strutture e infrastrutture sensibili – Scuole, ospedali, strutture della Protezione Civile ma anche ponti e dighe – basato sull’utilizzo di una “rete” di sensori collocati nei punti strategici.
L’obiettivo dei progetti avviati da ENEA, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile, il Comune di San Giuliano e la Regione Umbria, è di sorvegliare il comportamento della struttura in caso di scosse e valutare gli interventi necessari per prevenire i danni.
Oltre che alla nuova scuola Jovine di San Giuliano, ricostruita dopo il crollo nel quale morirono 27 bambini e la loro maestra, la rete di sensori è stata collocata in altri quattro edifici sensibili: il Palazzo comunale di san Giuliano e, in Umbria, in un edificio della Guardia Forestale e due della Protezione Civile fra i quali il Centro operativo di Foligno, una struttura che deve poter resistere e rimanere operativa anche in caso di catastrofi naturali e di eventi sismici di particolare intensità.
“La novità di questi progetti sta nell’utilizzo di un numero elevato di sensori, creando una vera e propria “rete” di monitoraggio del comportamento delle strutture durante gli eventi sismici. Si tratta di dati essenziali per la prevenzione, per progettare nuove strutture antisismiche e migliorare quelle esistenti”, ha spiegato Paolo Clemente, Responsabile del Laboratorio Prevenzione Rischi Naturali e Mitigazione Effetti dell’ENEA in occasione della Giornata di Studio “Monitoraggio sismico degli edifici strategici e di particolare rilevanza”, organizzata dall’ENEA per tracciare un bilancio dell’attività in questo settore e valutare le iniziative future.
L’ENEA ha maturato una lunga esperienza nella sperimentazione dinamica e nel monitoraggio sismico; già negli anni ’70, infatti, iniziava la progettazione della prima rete di sensori nazionale, nell’ambito di un progetto con l’ENEL per l’analisi della sicurezza sismica degli impianti nucleari.
Negli anni ’80 l’ENEA, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Roma e l’ISMES, ha avviato un progetto di ricerca sugli effetti delle vibrazioni da traffico su alcuni monumenti della capitale.
“Sulla base dell’esperienza acquisita, l’ENEA si candida come l’ente scientifico di riferimento per le istituzioni nazionali e locali per l’analisi sperimentale e la valutazione dello stato di salute delle strutture, con particolare riferimento a quelle “strategiche”, ha sottolineato l’ing. Clemente.
La collaborazione con enti locali e nazionali si integra con le novità previste dal recente decreto del ministro Maurizio Lupi – insieme ai Ministri dell’Economia e dell’Istruzione – che autorizza le Regioni a stipulare mutui trentennali con oneri di ammortamento a carico dello Stato, per interventi straordinari di ristrutturazione e messa in sicurezza delle scuole, in attuazione della legge 128 dell’8/11/2013, che ha stanziato 40M €/anno per 30 anni dal 2015.
L’Italia ha un patrimonio edilizio vulnerabile ai terremoti: ad oggi, infatti il 70% delle strutture, comprese le infrastrutture industriali, non è in grado di reggere a terremoti di intensità pari a quella che storicamente si è già registrata nei rispettivi siti. Non fanno eccezione gli edifici strategici, come dimostrato dal crollo del Palazzo del Governo nel terremoto dell’Aquila, un edificio che per la sua funzione avrebbe dovuto essere operativo anche immediatamente dopo il sisma.