Il ventilato taglio in arrivo delle tariffe di terminazione mobile è un nuovo fronte di preoccupazione per le telco. Ne parla oggi Il Sole24Ore, che rende nota l’intenzione da parte delle autorità europee, e a cascata dell’Agcom, di tagliare ulteriormente i costi della terminazione mobile, che hanno un’incidenza diretta sui ricavi degli operatori storici proprietari delle reti, senza ricadere in forma diretta sui consumatori.
Il tema, all’attenzione del consiglio dell’Autorità, non è passato inosservato alle telco, già sotto pressione per la guerra all’ultimo cliente in atto dopo lo sbarco in Italia di Iliad, fra offerte sempre più allettanti e campagne di “win back” sempre più serrate. Pesa inoltre sulle casse degli operatori l’asta 5G, che si sta rapidamente avviando verso quota 4 miliardi di euro, con un esborso complessivo di 1,5 miliardi di euro rispetto ai proventi fissati dalla Legge di Bilancio.
Un ulteriore taglio delle tariffe di terminazione mobile per il triennio 2018-2021 contribuirebbe, questo il ragionamento, a mettere ulteriormente sotto pressione l’intero settore perché abbasserebbe i fatturati diminuendo il giro d’affari del sistema. Il tema è tecnico, aggiunge il Sole 24 Ore, ma in sintesi un sistema Tlc che vale meno riducendo la torta dei ricavi complessivi rischia di rendere meno attrattivo il mercato per gli investitori, in un periodo nel quale gli operatori sono chiamati a investire in maniera massiccia non soltanto per l’acquisizione delle frequenze 5G ma anche per la realizzazione delle nuove reti.
Il nodo del contendere è la tariffa di terminazione, regolata dall’Autorità, che un operatore deve pagare all’altro per far terminare le chiamate sulla rete mobile dei concorrenti. Oggi questo mercato – inteso come somma dei fatturati delle varie compagnie conseguiti facendosi pagare per il transito sulla propria rete mobile – si aggira intorno a 850 milioni di euro. Si tratta di una partita di giro perché quella voce rappresenta per gli operatori una voce di costo oltre che un ricavo. Ma le compagnie maggiori sono in allarme per un abbassamento delle tariffe che andrebbe a impattare sul fatturato complessivo, diminuendo la torta delle Tlc.
C’è da dire che è del 2009 la raccomandazione Ue che chiede agli Stati membri di tagliare le tariffe di terminazione, e l’Italia resta uno dei paesi con i prezzi più alti dell’area Ocse.
Il listino per il triennio 2014-2017 ha avviato un progressivo calo delle tariffe di 2 centesimi al minuto all’anno, passando da 0,98 a 0,96 centesimi al minuto fra il 2014 e il 2015, con un taglio progressivo a 0,94 centesimi nel 2016 e a 0,92 centesimi nel 2017.