Ci vogliono 878 giorni per arrivare a una sentenza civile. Ferrara è velocissima
La riforma, che comprende anche la riduzione dei tempi della giustizia, è uno degli impegni che l’Italia si è presa con l’Unione Europea per ottenere i fondi del Pnrr. Nella giustizia civile, ad esempio, l’obiettivo finale è ridurre i tempi del 40% per velocizzare i processi e non scoraggiare le aziende interessate ad investire in Italia.
La lentezza dei procedimenti, infatti, è uno dei fattori che rallentano l’economia, intralciando non solo le attività degli investitori esteri, ma anche e soprattutto delle imprese italiane. Ma vediamo qual è la situazione di partenza, tribunale per per tribunale. Abbiamo fatto un confronto tra i dati del Ministero della Giustizia del 2014 e quelli più aggiornati, quelli del 2022.
I tempi della giustizia civile
I dati ora sono migliorati, ma dal monitoraggio effettuato dal Ministero della Giustizia emerge, per quanto riguarda la giustizia civile, un enorme divario tra tribunali del Nord e quelli del Sud, qualunque sia l’indice che si considera. Per il suo studio il Ministero della Giustizia ha usato due indicatori per misurare le performances dei tribunali.
Il principale è la durata media effettiva dei procedimenti in materia di civile ordinario, lavoro e previdenza, volontaria giurisdizione e dei procedimenti speciali e sommari. Il secondo, di uso anche internazionale si chiama “Clearance Rate“, è la misura utilizzata a livello europeo per monitorare la capacità dei sistemi giudiziari e dei singoli uffici, di smaltire le pratiche e di fatto è il rapporto tra procedimenti definiti e sopravvenuti. Se è superiore a uno significa che il tribunale riesce a completare più processi di quanti ne arrivino e quindi sta accorciando la coda di quelli arretrati,
La classifica dei peggiori tribunali italiani
Ebbene, analizzando la classifica dei peggiori tribunali d’Italia per durata effettiva dei processi si scopre che ci vogliono 20 posizioni prima di trovare un tribunale che non sia del Sud e si tratta di quello di Teramo. Bisogna scendere di 32 posizioni, prima di incontrarne uno del Nord, quello di Aosta.
Al primo posto nella classifica dei peggiori tribunali del Paese in quanto a tempi della giustizia c’è Vallo della Lucania, in provincia di Salerno dove ci vogliono 2.257 giorni per portare a termine una causa, ovvero più di sei anni! Di fatto un tribunale fallito. E questo nonostante i procedimenti sono solo 1.103, nulla rispetto ai 47.696 di Roma o i 24.398 di Milano. Anche a Lamezia Terme e a Patti (Messina) ci vogliono più di 2mila giorni, e dopo queste due sedi tra le più lente vi sono quelle di Barcellona Pozzo di Gotto, Potenza, Vibo Valentia, Castrovillari, Paola, in cui sono necessari più di 1.600 giorni. Sono tutti tribunali piccoli e del Mezzogiorno e questo indica la presenza di un problema strutturale che riguarda le sedi periferiche e di limitate dimensioni di quest’area.
A Vallo della Lucania ci vogliono 6 anni per una sentenza
Dal lato opposto tra i tribunali più veloci vi sono realtà del Nord. Al primo posto Ferrara, dove la durata effettiva dei processi è solo di 278 giorni. Molto bene anche Udine, 357, Rovereto, 358, Verbania, 359. Pure a Vercelli e Asti ci vuole meno di un anno per arrivare a sentenza.
Come vanno invece i tempi della giustizia nei tribunali più importanti d’Italia? A Roma, la sede più affollata, ci vogliono 806 giorni, comunque meno della media nazionale di 878. È un dato migliore anche di quello di Napoli, dove servono 1.080 giorni, ma peggiore di quello di Milano, dove ne bastano 564. Ancora più veloce del tribunale del capoluogo lombardo è quello di Torino, dove una causa arriva a compimento dopo 520 giorni.
Cosa è cambiato nei tempi della giustizia
Globalmente rispetto a otto anni prima, comunque, vi è stato un miglioramento, la durata media effettiva è stata di 72 giorni, da 950 a 878, con una riduzione che è stata maggiore proprio laddove la situazione era peggiore, ovvero nel Mezzogiorno.
I miglioramenti più importanti in particolare si notano a Matera, dove rispetto al 2014 nel 2022 ci sono voluti 829 giorni in meno, mentre al tribunale di Crotone il calo è di 706 giorni. Ottime riduzioni anche a Ascoli Piceno (-636 giorni), Sulmona e Modena.
Ma ci sono anche dei peggioramenti. Per esempio ad Aosta, dove l’anno scorso sono stati necessari ben 1.113 giorni per definire un procedimento (il dato più negativo del Nord) 762 in più che nel 2014. O a Napoli Nord, dove l’aumento è stato di 593 giorni. Record di rallentamento anche in quelle sedi in testa alla classifica dei peggiori tribunali, le già citate Paola, Vallo della Lucania, Lamezia Terme.
Quanto sono veloci i tribunali?
Anche per quanto riguarda il “Clearance Rate” il Sud guida la classifica dei peggiori tribunali d’Italia, ma è in compagnia del Lazio. È Isernia il tribunale che ha il valore più basso, ovvero è minore il rapporto tra procedimenti definiti e in entrata, solo il 92%%. Ma dopo viene Velletri, in provincia di Roma, con il 94%, seguita da Vasto, 95%, Sassari e Civitavecchia, con il 96%. In tutto sono 25 le sedi in cui il Clearance Rate è inferiore a 1, ovvero in cui si stanno accumulando cause perché ne vengono smaltiti meno di quanti ne arrivano.
Il tribunale più virtuoso secondo questo indicatore è quello di Barcellona Pozzo di Gotto, dove i procedimenti definiti superano del 28% quelli in arrivo. Vi è assolutamente bisogno di questa accelerazione del lavoro, perchè nel 2022 ci volevano ben 1.945 giorni in questa sede per arrivare a sentenza. Ottimi Clearance Rate, del 20%, anche a Grosseto e Foggia, dove non a caso una causa ci mette rispettivamente 1.094 e 1.418 giorni per essere processata.
I fondi del Pnrr per i tempi della giustizia
Lo scandalo rappresentato dai dati sulla lentezza della giustizia ha portato ad alcune riforme, come l’accorpamento dei tribunali del 2012. Queste azioni sono state necessarie per godere di economie di scala, ritenute assolutamente necessarie alla creazione di “tribunali per le imprese”, per velocizzare le dispute riguardanti le aziende. C’ è stato anche bisogno di un rafforzamento dell’organico, con personale per esempio proveniente dalle Province.
I fondi Pnrr per velocizzare la giustizia italiana
Oggi la grande occasione per rendere la giustizia più veloce viene dal Pnrr che dà priorità a questo settore, soprattutto con una serie di riforme sia del ramo civile che di quello penale e del diritto amministrativo mirate all’eliminazione dei blocchi che rallentano la definizione dei procedimenti, con l’istituzione di un Uffico del Processo per aiutare il giudice, con una digitalizzazione completa dell’attività, e l’assunzione di personale tecnico che dovrebbe aiutare a smaltire i casi arretrati.
I dati si riferiscono al: 2014-2022
Fonte: Ministero della Giustizia