Il 7 giugno si terranno in Rai le consultazioni per eleggere il Consigliere Rappresentante dei Lavoratori al CDA dell’Azienda. Tra i cinque candidati c’è Cesare Cantù, oltre 20 anni di lavoro in televisione, la maggior parte in Rai nel Centro di Produzione di Milano. E’ tra i fondatori dell’associazione Nuovi Occhi per i Media che da oltre 10 anni porta l’educazione ai media nelle scuole. Regista, è coautore del documentario Il Corpo delle Donne. È appena uscito per Franco Angeli il suo libro Schermi. Se li Conosci non li eviti.
Key4biz. Quale ritiene siano i problemi principali e le soluzioni per la televisione pubblica?
Cesare Cantù. I diversi problemi specifici della Tv pubblica sono riconducibili ad un problema generale: lo smarrimento della missione di Servizio Pubblico.
Queste sono due parole che abbiamo sentito frequentemente usate ma quasi sempre poi disattese nei fatti, nelle scelte concrete di chi aveva il potere di decidere. Eppure la riqualificazione della Rai passa da lì.
Chi si trova all’interno e vi lavora, sa che l’Azienda è già in grado di svolgere il suo compito improntato alla qualità culturale, al pluralismo democratico, alla responsabilità educativa, proprio grazie al capitale umano che possiede. I passi falsi e i ritardi in questi tre decisivi ambiti possono essere superati se si ridà, alle donne e agli uomini che compongo il variegato e ampio corpo aziendale della Rai, la motivazione e il riconoscimento a svolgere i propri compiti.
Cosa che è stata invece ostacolata negli ultimi anni da scelte controproducenti improntate all’esternalizzazione, dall’inseguimento dei contenuti e delle modalità della Tv privata, dallo squilibrio nella distribuzione interna delle risorse. Senza dimenticare che il controllo che i partiti esercitano sull’Azienda risponde a logiche che vanno contro gli interessi reali di questa. Errori e limiti che sono ricaduti anche sulla salute economica della Rai. Non sarà né semplice né rapido questo riordinamento, ma più si aspetta peggiore diventa la nostra crisi, con danno per tutta l’Italia.
Key4biz. Cosa la differenzia dagli altri candidati e candidate in corsa?
Cesare Cantù. Innanzi tutto il fatto di essere totalmente indipendente. Inoltre, la mia visione del ruolo del Consigliere: non una sorta di super sindacalista che accentra a sé le rivendicazioni, ma un rappresentante che deve portare in Cda una visione di organizzazione e di sviluppo dell’azienda ispirata alle esigenze del lavoro nel suo complesso. Nel far questo il Consigliere deve ovviamente anche riferire ai sindacati, confrontarsi con loro in un dialogo costruttivo, portarne le esigenze. La figura del Consigliere dei Lavoratori non è dunque né in contrasto né in concorrenza con i sindacati, è altro e lo è in base alla specificità del mandato che riceve. Insieme possono fare il bene di chi lavora nella televisione pubblica e quindi dell’Azienda.
Key4biz. Con la sua associazione” Nuovi Occhi per i Media” da molti anni è impegnato nell’educazione e nell’attivismo nel campo dei Media, ci spiega meglio in cosa consiste?
Insegno da oltre 20 anni, parallelamente all’attività professionale in televisione, nell’ambito delle materie della comunicazione: Linguaggio Audiovisivo, Storia della Televisione, Teoria e Tecnica degli Audiovisivi. Negli ultimi 10 anni mi sono peró concentrato sull’Educazione ai Media, ovvero sulla realizzazione di strumenti didattici che permettano al pubblico, soprattutto quello giovane nelle scuole, di diventare spettatori e spettatrici consapevoli, attivi, invece che fruitori passivi. Una grande sfida di civiltà e di democrazia quindi, perché ciò che passa dagli schermi influenza ciò che le persone credono e il modo nel quale si comportano.
E’ stato ed è un lavoro di ampio respiro, che ha raggiunto centinaia di migliaia di ragazzi ed insegnanti, contribuendo a migliorare la condizione del pubblico in Italia. Non solo educazione, ma vero e proprio impegno civile.
Key4biz. Quali sono state le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi?
Cesare Cantù. In primo luogo sono state le migliaia di giornate passate in azienda constatando come non venissero utilizzate le ottime risorse e le capacità esistenti che possono fare il bene dell’azienda e quindi dell’intero Paese. Un vero spreco.
Poi sono state le centinaia di giornate che mi hanno visto impegnato nell’attivismo civile, per rivendicare i diritti del pubblico e delle persone, soprattutto quelle discriminate dalla rappresentazione che i media ne danno, in particolare mi riferisco alle donne spesso rappresentate in maniera “decorativa” dimenticando che ció che passa dagli schermi ha un enorme potere sugli spettatori e spettatrici. Ho constatato come le cose possano cambiare in meglio, se ci impegniamo, anche quando si parte in pochi e non si ha consenso.
Infine influisce anche il mio ruolo professionale nella produzione audiovisiva all’interno dell’Azienda, ovvero il montatore. Un’attività affascinante, di grande potere creativo. Si mescolano fonti diverse, immagini, suoni, parole, effetti digitali, valorizzandoli e usandoli per creare un nuovo significato, quello del prodotto al quale alla fine si da vita.
Sarebbe ora di fare così anche con la Rai, amalgamare tutte le sue migliori componenti in una forma nuova e vitale, che sia motivo di orgoglio per i cittadini e le cittadine verso i quali siamo responsabili.