“E ‘inaccettabile che, allo stato attuale, non esista una difesa concreta contro il teleselling selvaggio, per questo motivo abbiamo lanciato una petizione online per dire basta alle chiamate indesiderate a tutte le ore del giorno“. E’ quanto ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, lanciando la campagna a cui sarà possibile aderire da oggi e per le prossime settimane sul sito www.consumatori.it.
Firma la petizione Stop alle chiamate indesiderate
“I consumatori sono esasperati da chi chiama a tutte le ore incurante della privacy e spesso con atteggiamenti aggressivi e insistenti per vendere qualcosa o proporre un cambio di contratto“, afferma l’avvocato Dona, che ha aggiunto: “purtroppo a chi ci scrive per lamentarsi della maleducazione di certi call-center o per aver accettato un contratto conveniente solo sulla carta, oggi possiamo dare ben poche certezze in quanto non esistono regole adeguate che mettano un freno all’aggressività di alcuni operatori e d’altra parte il Registro Pubblico delle Opposizioni, che doveva servire a limitare le chiamate di telemarketing, si è rivelato un fallimento.”
Ecco in sintesi i punti chiave della nostra petizione:
Introduzione di un meccanismo di Responsabilità solidale tra l’azienda che avvia la campagna e il call-center che fa le telefonate (per evitare rimpalli di responsabilità e di dover perseguire piccoli call center con sede all’estero);
potenziamento del Registro pubblico delle opposizioni, così da ampliarne le prerogative, prevedendo: la possibilità di iscrivere i numeri di cellulare e che soprattutto una volta iscritto il proprio numero, si possano così “cancellare” tutti i precedenti consensi (in modo tale da consentire al cittadino di riprendere il pieno controllo dei propri dati). Sarebbe inoltre preziosa l’istituzione di un Registro per censire le campagne promozionali (con indicazione dell’operatore che lancia la campagna, il periodo di riferimento e i numeri utilizzati per chiamare i consumatori) così da evitare all’utente di dover fare indagini complicate per scoprire chi lo ha disturbato;
incentivare gli operatori a gestire meglio i dati in loro possesso: il sistema attuale è costruito in modo tale da disincentivare le buone pratiche. Oggi, infatti, il pagamento alla Fondazione Ugo Bordoni (che si occupa del Registro) è proporzionale all’attività di scrematura dei numeri: tanto più pulisce le liste, tanto più l’azienda deve pagare la Fondazione. Ma in questo modo si disincentivano le imprese a cancellare i numeri (di fatto questi preferiscono pagare le sanzioni), mentre sarebbe meglio stabilire il pagamento in base al fatturato.
“Chiediamo che ciascuno di noi abbia il diritto di essere lasciato in pace, vogliamo una riforma del sistema call-center, ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti: una semplice firma può fare la differenza!“, ha precisato Massimiliano Dona.