Telemarketing selvaggio, il vero problema da risolvere è lo spoofing. La pratica illegale consiste nel chiamare ignari consumatori usando numeri di cellulare fittizi, o meglio mascherati, generati in automatico che consentono quindi di invadere la privacy dell’utente con un numero che in realtà non esiste. E’ questa la tecnica truffaldina che fa esplodere il fenomeno del telemarketing selvaggio, gettando una lunga ombra anche sul registro delle opposizioni, lo strumento che consente di regolare il telemarketing legale che nulla può contro quello illegale, perché esula dal suo raggio d’azione.
Di certo anche di questo avranno parlato il ministro del Mimit Adolfo Urso che in questi giorni ha incontrato su questi temi Giacomo Lasorella, presidente Agcom, e Pasquale Stanzione, presidente del Garante Privacy. Presumibilmente, gli incontri sono relativi ad arginare il telemarketing illegale, che aggira il Registro pubblico delle opposizioni. Come noto, il registro è efficace nei confronti degli operatori che rispettano la normativa. Ma non può nulla ad es. contro lo spoofing.
Il registro delle opposizioni non c’entra
Il registro delle opposizioni, aperto un anno fa alle numerazioni mobili, ha gestito negli ultimi 12 mesi circa 400-500 milioni di chiamate, pari a 40-50 milioni di chiamate al mese. Sono 28 milioni le numerazioni iscritte, comprensive di tutti i numeri fissi non in elenco registrate in automatico. Chi è iscritto al registro è tutelato anche se non sarà mai consapevole di quante chiamate vengono bloccate veramente.
Di certo, il registro delle opposizioni nulla ha a che fare con il telemarketing selvaggio perché di fatto si occupa della regolazione di quello legale, con più di un migliaio di operatori iscritti comprensivi di tutti i principali operatori Tlc.
Il problema è lo spoofing
E’ lo spoofing il fenomeno da affrontare e da arginare per mettere il telemarketing selvaggio nell’angolo. Ma non sarà facile in primo luogo per l’Agcom, competente su questo compito, trovare un modo per neutralizzare il fenomeno. In primo luogo, perché dal punto di vista tecnico riscontrare e bloccare lo spoofing è complicato, visto che grazie al Voip è estremamente facile impostare un numero di telefono sballato.
In teoria, sono gli operatori che dovrebbero controllare i numeri e la loro esattezza, in base all’articolo 6 del Piano nazionale della numerazione. Ma ciò, evidentemente, non avviene. Se l’Agcom riuscisse a far sparire lo spoofing, il fenomeno del telemarketing selvaggio subirebbe una vera debacle.
Numero anonimo addio, ma ecco lo spoofing
Se in passato c’era il numero anonimo a garantire il telemarketing illegale, oggi questo stratagemma è stato superato dallo spoofing. Il numero anonimo spinge l’utenza a non rispondere, perché solleva diffidenza verso il chiamante. Invece lo spoofing, fatto di numeri non attivi abilmente carpiti, è davvero in grado di indurre il chiamato a rispondere, perché il numero è in tutto e per tutto verosimile.
Come detto, è compito dell’Agcom intervenire sullo spoofing. Il fenomeno è diffuso a livello globale. Ad esempio negli Usa per contrastarlo c’è il sistema americano (STIR/SHAKEN). Si tratta di un filtro anti-spam che fa sì che i clienti telefonici abbiano una identità quando chiamano. In questo modo, chi ha un’identità poco affidabile viene segnalato a chi riceve la chiamata. Un espediente po’ simile ad una specie di spam, o quanto meno ad una gradazione dell’affidabilità del numero del chiamante.
Lo spoofing non sempre è reato, anzi
C’è da dire, però, che lo spoofing non è sempre un reato, anche se la parola spoofing generalmente ha connotazione negativa. Più precisamente, la modifica del numero chiamante non sempre è reato. Ad esempio, basti pensare ad un ospedale che può decidere di far comparire sempre il numero del centralino per ragioni di opportunità. Ma anche a tutti gli enti della PA, che fanno lo stesso eliminando la terminazione per comodità e per far transitare il traffico sempre dal centralino. Certo, poi l’uso illegale del fenomeno avviene perché si tratta di un numero mascherato.
Attività illegale parallela
C’è da dire ancora che oggi i call center illegali che svolgono l’attività parallela del telemarketing selvaggio stanno usando dei numeri fittizi, creati casualmente. Ma un domani potrebbero anche decidere di usare dei numeri di persone in carne ed ossa, portando a termine delle truffe usando il numero di cellulare di un’altra persona. Questo potrebbe mettere nei guai seri degli ignari cittadini, vittime inconsapevoli di furto di numerazione regolare.
L’Agcom era già intervenuta contro lo spoofing con una diffida agli operatori a impedire questo fenomeno (Delibera n. 112/19). Quello che gli operatori potrebbero fare è rifiutare i contratti siglati con questo espediente, tanto più che il cliente può sempre disconoscere i contratti chiusi da numerazioni non valide, perché basati su raccolta dati illegale.
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