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Telemarketing selvaggio, Ddl al rush finale. Solo due prefissi unici, ma c’è la deroga

Il telemarketing selvaggio non viene azzerato, ma ridotto con l’approvazione del disegno di legge approvato ieri, in sede legislativa, dalle Commissioni riunite IX Trasporti e X Attività produttive della Camera. Non un solo prefisso unico per tutti i call center, come previsto dal testo votato dai senatori in prima lettura, ma due prefissi nazionali: uno per le chiamate a scopo promozionale e l’altro per le ricerche di mercato, ma c’è la deroga “per gli operatori che presentano l’identità della linea a cui possono essere contattati”. In questo caso, la motivazione dell’esonero si spiega con “l’allineamento della normativa interna all’orientamento legislativo che sta maturando in sede europea il quale prevede che le persone fisiche o giuridiche che usano servizi di comunicazione elettronica per effettuare chiamate di commercializzazione diretta: presentano l’identità di una linea alla quale possono essere contattati oppure un codice o un prefisso specifico che identifichi il fatto che si tratta di una chiamata a fini commerciali”, si legge nel testo.
Inoltre i due prefissi unici saranno ricontattabili, quindi quando non si fa in tempo a rispondere è possibile richiamare il numero del call center, ma in questo caso sarà il consumatore a pagare per ricevere la pubblicità.

Anche i cellulari nel Registro pubblico delle opposizioni

Le altre novità introdotte dal Ddl votato dalla Camera riguardano il Registro pubblico delle opposizioni: aperto anche ai titolari di numeri di cellulari (fino a oggi ammessi solo i fissi). Chi che decide di non voler più ricevere telefonate per scopi commerciali o di ricerche di mercato deve iscriversi a questo Registro. Per i nuovi iscritti scatta automaticamente la revoca di tutti i consensi dati in precedenza, mentre restano per tutti gli altri consumatori che hanno già espresso consensi “prestati nell’ambito di specifici rapporti contrattuali in essere, ovvero cessati da non più di trenta giorni aventi a oggetto la fornitura di beni o servizi, per i quali è comunque assicurata, con procedure semplificate, la facoltà di revoca”, si legge nell’emendamento approvato dalle commissioni Attività produttive e Trasporti della Camera. Invece, il Garante Privacy, aveva proposto un “azzeramento” completo, un “reset” di tutti i consensi concessi in passato, per mettere ordine nelle liste consensate utilizzate dai call center.

Ora il testo passa al Senato che potrebbe approvarlo definitivamente in Commissione, senza passare in Aula, evitando così di restare lettera morta perché la legislatura è agli sgoccioli.

Unione Nazionale Consumatori: ‘legge annacquata’

“Anche se resta una buona legge, constatiamo il fatto che è stata annacquata: il prefisso unico infatti avrebbe consentito ai consumatori di non rispondere alle chiamate dei call center, evitandosi una buona dose di angherie quotidiane” ha commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori“I call center sostenevano che questa norma avrebbe distrutto il mercato, ammettendo implicitamente che sono molesti nei confronti dei consumatori: anche loro sanno che, potendo scegliere, la stragrande maggioranza non risponderebbe a una chiamata pubblicitaria. Ora dobbiamo sperare che la legge non venga affossata in Senato” ha concluso Dona.

La campagna di Key4biz contro il telemarketing selvaggio 

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