Il Ddl

Telemarketing, ‘Prefisso unico? Che sia identificabile e ricontattabile’. Intervista a Paolo Sarzana (Assocontact)

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Intervista a Paolo Sarzana, presidente di Assocontact: ‘Proponiamo un numero identificabile e ricontattabile rispetto al prefisso unico previsto dal Ddl sul Registro delle opposizioni in discussione alla Camera. La nostra proposta tutela i 40mila lavoratori nei call center e il telemarketing corretto. Per combattere quello selvaggio basta far rispettare le regole’.

Il Disegno di legge sul ‘Registro delle Opposizioni’, ribattezzato ‘contro il telemarketing selvaggio’, prevede, tra l’altro, l’introduzione del prefisso unico per le chiamate commerciali. Il testo è stato approvato, lo scorso 2 agosto, al Senato e ora è giunto nelle Commissioni della Camera: ieri è stato oggetto di diversi emendamenti, molti dei quali sul codice unico per le telefonate a scopo commerciale. Abbiamo intervistato Paolo Sarzana, presidente di Assocontact, l’associazione nazionale dei Contact Center in Outsourcing, aderente a Confindustria Digitale, per capire quali conseguenze il Ddl causerebbe nel settore se venisse approvato così come è stato votato a Palazzo Madama.

 

Key4biz. Come giudica il Disegno di legge sul ‘Registro delle Opposizioni’?

Paolo Sarzana. Assocontact propone tre migliorie:

  • Al posto del prefisso unico un numero identificabile e ricontattabile.
  • Una forte attività di monitoraggio e controllo per il rispetto delle regole già esistenti nel settore.
  • Evitare la cancellazione tout court di tutti i consensi precedentemente espressi dai consumatori.

Key4biz. Andiamo per gradi. Perché il prefisso unico non piace?

Paolo Sarzana. È una soluzione lesiva per il mercato. Il prefisso unico, per come è stato immaginato nel disegno di legge, è una soluzione che non consentirà al consumatore di poter distinguere tra buoni e cattivi, ossia il telemarketing corretto da quello selvaggio e molesto. Il consumatore, concretamente, non riuscirebbe neanche ad identificare ex ante le aziende con le quali ha sottoscritto un contratto (banca, assicurazione, abbonamento alla tv satellitare, utenze) rispetto a un potenziale soggetto che fa l’attività di promozione. Invece la soluzione da noi proposta è evitare il prefisso unico e introdurre un numero identificabile e ricontattabile, la stessa soluzione è contenuta in una normativa Ue, che dovrebbe entrare in vigore a maggio 2018, insieme al Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali. Altrimenti se in Italia diventa legge il prefisso unico rischiano il posto di lavoro 40mila operatori dei call center, solo 25mila lavorano nelle imprese rappresentate da Assocontact. E poi si penalizza, ingiustamente, le aziende che svolgono correttamente il telemarketing.

Key4biz. Cosa intende con il ‘monitoraggio e controllo delle regole esistente’ per tutelare i consumatori?

Paolo Sarzana. Occorre far rispettare le regole a tutti coloro che lavorano in questo settore. La nostra associazione, per esempio, segue un codice deontologico e di autodisciplina; applica il Contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni ai lavoratori; firma gli accordi sindacali. L’ultimo è stato siglato a luglio con Cgil, Cisl e Uil, e prevede strumenti di welfare a favore dei cosiddetti lavoratori atipici. Però non è sempre così in tutte le realtà, infatti in Italia esistono associazioni datoriali, o pseudo tali, che applicano altre tipologie di contratti, a volte non ancora rinnovati, e con i minimi contrattuali pari alla metà di quelli stipulati da Assocontact. Le lascio immaginare il tipo di telemarketing selvaggio che mettono in pratica per raggiungere i risultati.

Key4biz. Infine, il Ddl in discussione ora alla Camera prevede anche ‘con l’iscrizione al Registro delle opposizioni, si intendono revocati tutti i consensi al trattamento dei dati personali espressi in precedenza’. Per i call center cosa significherebbe?

Paolo Sarzana. Significherebbe non consentirci di fare legalmente il nostro lavoro. Infatti sosteniamo di non cancellare di colpo tutti i consensi precedentemente espressi dai consumatori, perché non ci consentirebbe di fare il nostro lavoro di Contact Center in Outsourcing. Per evitare questo suggerisco un periodo di proroga di 6 mesi, per permettere di acquisire i numeri attraverso i consensi espressi con le nuove regole e in maniera più consapevole da parte dei consumatori. Così quest’ultimi saranno, giustamente e doverosamente, tutelati e al tempo stesso chi svolge correttamente l’attività di telemarketing potrà continuarla a fare.

La campagna di Key4biz contro il telemarketing selvaggio 

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