Inchiesta

Telemarketing, perché riceviamo telefonate indesiderate a quasi 4 anni dalla legge che le vieta

di Paolo Anastasio e Luigi Garofalo |

Un ampio approfondimento sul perché è in ritardo il Governo sull’adozione del regolamento che introduce l’iscrizione anche dei numeri di telefonia mobile e dei numeri di rete fissa, anche se non presenti negli elenchi telefonici pubblici, al registro pubblico delle opposizioni e bloccare così le telefonate commerciali moleste che invadono la nostra privacy e ci disturbano ogni giorno.

Più volte al giorno riceviamo telefonate indesiderate, sia sul telefono di casa sia sul cellulare, da diversi call center, che sembrano essere impuniti dal legislatore. Ma cosa possiamo fare noi consumatori per evitarle? 

Ad oggi è possibile solo:

  • Bloccare il numero (si fa così), ma le chiamate verranno effettuate da altri call center.
  • Iscriversi al registro pubblico delle opposizioni per non ricevere più le telefonate indesiderate, ma possono farlo solo gli utenti che hanno dato il consenso alla pubblicazione del numero del telefono della linea fissa negli elenchi telefonici pubblici. 

Telemarketing selvaggio, le nuove tutele per i consumatori introdotte nel 2018, ma…

Questo forte limite per l’iscrizione al registro pubblico delle opposizioni è stato superato dalla legge n.5 del 2018 di iniziativa parlamentare. La legge introduce l’iscrizione anche dei numeri di telefonia mobile e dei numeri di rete fissa, anche se non presenti negli elenchi telefonici pubblici, al registro pubblico delle opposizioni e bloccare così le telefonate commerciali moleste che invadono la nostra privacy e ci disturbano ogni giorno. Inoltre, prevede di azzerare precedenti e non più attuali consensi al telemarketing ed, infine, obbliga i call center a telefonare solo da questi due prefissi: 0843 per ricerca di mercato e 0844 per il telemarketing.

La legge che riforma il registro pubblico delle opposizioni è del 2018, ma non applicata

Ma questa legge, a circa 4 anni dalla sua approvazione, non è applicata, perché lo schema di decreto attuativo (dell’art.1 comma 15) è fermo dal 30 luglio 2021 al dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio dei ministri, dopo aver raccolto lo scorso luglio il parere del Consiglio di Stato e il 20 gennaio quello “con osservazioni” delle Commissioni parlamentari competenti. La causa? “Le posizioni contrapposte di AgCom e Garante Privacy sulle modifiche al testo del regolamento del nuovo registro pubblico delle opposizioni”, ha svelato, 4 giorni fa, Anna Ascani, sottosegretario Sviluppo Economico, all’interpellanza urgente di Elisabetta Maria Barbuto (M5S) per chiedere i motivi del ritardo nell’adozione del regolamento che introduce nuove disposizioni in ordine al funzionamento del Registro pubblico delle opposizioni. (Guarda il video della Camera dei deputati, cliccare su ‘mostra altro’ per visualizzare il testo dell’intervento del sottosegretario Ascani).

Ascani: “Registro opposizioni fermo per pareri opposti Agcom-Garante Privacy

Registro pubblico delle opposizioni, le diverse modifiche proposte da Garante Privacy ed AgCom

Il motivo del contendere tra AgCom e Garante Privacy è sull’interpretazione delle “chiamate con messaggio registrato o automatizzato”. Interpretazione estensiva, proposta da AgCom o restrittiva, più aderente al testo normativo, come indicato dal Garante Privacy. 

La posizione del Garante Privacy

“Il Garante Privacy”, ha spiegato Ascani nell’Aula di Montecitorio, “ritiene doversi mantenere distinta la disciplina prevista art.130, comma 1 del codice in materia di protezione dei dati personali, ritenendo non vi siano previsioni legislative che impongono agli operatori di telemarketing, che adottano i sistemi automatizzati di chiamata, di effettuare la revisione periodica degli iscritti nel Registro pubblico delle opposizioni per verificare l’attualità del consenso conferitogli dall’utente”. Qui il parere completo del Garante Privacy.

La posizione dell’AgCom

L’AgCom”, ha aggiunto la sottosegretaria, “ribadisce la necessità di un’interpretazione estensiva della legge n.5 2018 al fine di riconoscere per l’iscrizione nel registro un effetto dichiarativo per i trattamenti svolti con operatori umano, cosiddetto sistema opt-out, ed un effetto revocatorio per i trattamenti effettuati con sistemi automatizzati, cosiddetto sistema opt-in, al fine di rendere effettiva la tutela dell’utente attraverso l’utilizzo di un unico strumento, il registro delle opposizioni”.

Telemarketing selvaggio, il nuovo regolamento rischia di morire nella culla

Il Dpr che contiene il nuovo regolamento contro il telemarketing selvaggio, che estende l’accesso al registro delle opposizioni alla telefonia mobile, è pronto ormai da quasi quattro anni ma rischia di finire su un binario morto e morire nella culla. Il tutto dopo un’attesa di quattro anni. Il DPR 8 novembre 2018 è stato visto e approvato da tutti, è fermo in Cdm da luglio e rischia di non andare avanti, a causa di un conflitto che si è innescato fra Agcom Garante Privacy che rischia di far tornare l’iter alla casella di partenza, perdendo così il treno per dare uno strumento di difesa ai cittadini tartassati dalle chiamate indesiderate.

Regolamento valido per operatori umani di call center

Il regolamento, così come è formulato oggi, si trova in Cdm in attesa di essere approvato ed entrare finalmente in vigore, se tutto va bene, entro quattro o cinque mesi dopo quattro mesi in naftalina, prevede il risponditore umano e non quello automatico.

Ma cosa divide le due Autorità?

Da un lato, l’Agcom vorrebbe estendere l’applicazione del nuovo registro delle opposizioni anche ai risponditori automatici, mente il Garante Privacy vorrebbe che si rimanesse fedeli all’attuale versione che vale soltanto per i “risponditori umani” o “operatore umano con l’impiego del telefono”, ossia per i call center fatti di operatori in carne ed ossa. Il Garante Privacy, in modo previdente, avverte che l’estensione del registro ai risponditori automatici implicherebbe un intervento su una legge primaria dello Stato. Un procedimento che prenderebbe mesi di tempo, facendo slittare ancora chissà di quanto l’entrata in vigore del nuovo registro esteso alle numerazioni mobili, che già da troppo tempo attende di entrare definitivamente in vigore.
E se il Governo Draghi giungesse nel frattempo a termine?
Cosa ne penserebbe un nuovo Governo?
Dovremmo ricominciare tutto daccapo?

Approvare il regolamento così com’è, poi le modifiche

Ed è appunto per questo che la cosa migliore e più saggia da fare è approvare la legge così com’è. Intanto entra in vigore il tanto atteso registro esteso agli smartphone. Poi, con calma in un secondo momento, si potrà mettere mano al regolamento aggiungendo i risponditori automatici con le modifiche del caso.

Ruolo dirimente del MiSe

Il Mise ha dovuto negli ultimi mesi dirimere il conflitto fra Agcom e Garante Privacy, che sul tema hanno espresso due pareri contrapposti. Difficile in futuro che una delle parti cambi idea. Il Garante Privacy sconsiglia di introdurre la modifica richiesta dall’Agcom, non certo perché non la condivida in linea di principio (chi non vorrebbe che cessassero anche le chiamate indesiderate di tutti i tipi, anche quelle automatiche?) ma per un motivo molto pragmatico: ampliando il diritto si va a correre il grosso rischio di finire alle calende greche.  

  
Tra le altre cose, l’emendamento per estendere il registro ai risponditori automatici potrebbe essere inserito nella prossima legge sulla Concorrenza senza inficiare l’iter di legge.

Mirella Liuzzi (M5S), ex sottosegretario MiSe, propone “un nuovo passaggio in Parlamento per modificare la legge, magari nel decreto ‘Concorrenza’, con l’accordo governo-Parlamento per procedere più velocemente possibile all’approvazione di un nuovo schema di decreto per applicare la legge del Parlamento che tutela maggiormente i consumatori”.

Un servizio di Key4biz di 5 anni fa dimostra come non sia cambiato nulla…

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