Telegram sta per prendersi la sua rivincita sul colosso di Menlo Park battendo sul tempo Facebook per quel che riguarda il delicato contesto delle criptovalute.
Ieri, tramite un messaggio inviato ai primi investitori del progetto, Telegram ha annunciato che la blockchain TON (Telegram Open Network) verrà lanciata entro fine ottobre. La rete blockchain ha ottenuto il via libera dalla SEC (Securities and Exchange Commission – l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori.
Agli investitori verrà fornito il software di generazione delle chiavi TON e sarà richiesto di fornire una chiave pubblica per ricevere i loro Gram (GRM), il token nativo della piattaforma, entro il 16 ottobre. L’intero codice sorgente di TON è ora disponibile su Github.
Come funzionerà Gram su TON
Gram è la nuova criptovaluta di Telegram dell’ecosistema TON, Telegram Open Network. Il Telegram Open Network è la blockchain che regolerà la diffusione della criptovaluta di Telegram, i cosiddetti «Gram», e le transazioni nella piattaforma tra vari attori. Si tratta, però, di molto più che una blockchain, o «struttura a blocchi»: come il documento redatto da Nikolai Durov specifica già nelle prime pagine, il TON è una «blockchain di blockchain», l’unica struttura che, grazie alle sue mastodontiche dimensioni, alla sua articolazione orizzontale e verticale assieme e all’implementazione di molte altre tecnologie proprietarie, può permettersi di mantenere la frequenza delle transazioni alla folle cifra di milioni di unità al secondo.
Una volta rilasciati i Gram, Telegram ha affermato che la criptovaluta sarà governata, appunto, da una rete decentralizzata di computer che non darà alla compagnia il controllo, che ricordiamo è una società senza scopo di lucro.
Il network inoltre sarà compatibile con la rete Ethereum, e permetterà agli utenti di trasferire i propri smart contract Ethereum su TON.
Libra: Visa e Mastercard fuori dal progetto
Telegram supera Facebook nel portare avanti il proprio progetto di criptovaluta nel peggior momento di Libra dopo il dietrofront di due importanti finanziatori: Visa e Mastercard.
I due colossi hanno espresso dubbi sul loro coinvolgimento al progetto di Mark Zuckerberg probabilmente alimentati anche dalle recenti critiche piovute sulla stablecoin, provenienti dai vertici politici di diversi paesi come Francia e Germania.
I possibili passi indietro di Visa e Mastercard stanno mettendo a rischio l’intero progetto, che dovrebbe vedere la luce nella metà del 2020.
Non è chiaro quanti dei membri iniziali della Libra Association alla fine si impegneranno nel progetto. Finora, i membri dell’associazione hanno firmato lettere di intenti non vincolanti e non hanno ancora consegnato i 10 milioni di dollari che Facebook ha richiesto a ciascun membro per finanziare la creazione della moneta digitale e costruire la rete di pagamenti.
Al momento quindi, questa situazione rende tutti i componenti della Libra Association ancora liberi di valutare il loro impegno nel progetto, e anche di ritirare il loro sostegno e di far crollare il sogno di Zuckerberg.