Più vicino l’ingresso di Vivendi in Telecom Italia, dopo il via libera dell’antitrust argentino allo scioglimento di Telco, la holding che detiene il 22,4% dell’azienda, quote che a breve torneranno in mano ai soci italiani Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca e di Telefonica.
Secondo fonti finanziarie, Mediobanca venderà sul mercato la propria quota dell’1,64% entro il prossimo 30 giugno.
L’imprenditore bretone Vincent Bollorè scalda i motori ed è pronto a rilevare formalmente il pacchetto dell’8,3% di Telecom Italia, per diventare l’azionista di riferimento del gruppo italiano entro l’autunno.
Una quota, quella di Bollorè, che secondo gli osservatori potrebbe salire in prospettiva fino al 10%-12%, rilevando proprio le azioni degli ex soci italiani di Telco, che considerano le loro partecipazioni non strategiche.
Telefonica, dal canto suo, userà il suo pacchetto per chiudere l’operazione di acquisto di Gvt in Brasile, siglata lo scorso settembre con Vivendi.
Via (senza troppi rimpianti) Telefonica, dentro Vivendi, con Vincent Bollorè che nelle prossime settimane incontrerà le diverse autorità per esporre la sua intenzione di diventare un azionista di lungo periodo e socio industriale, che potrebbe allargarsi al settore media, con potenziali sinergie in particolare con Mediaset, senza tralasciare altre opzioni come per esempio la Tv in chiaro.
Bollorè è in buoni rapporti con Silvio Berlusconi (si sono incontrati di recente) ed è forte di ottime relazioni nel nostro paese, create negli ultimi 15 anni, un attivismo testimoniato dalla quota dell’8% detenuta in Mediobanca. In Telecom Italia troverà come alleato la statunitense Blackrock, che detiene una quota del 5%. Meno buoni i rapporti di Bollorè con Rupert Murdoch, patron di Sky.
L’ingresso di Bollorè come socio industriale e di lungo periodo in Telecom Italia è guardato con attenzione dal Governo Renzi, visto il ruolo centrale dell’azienda nella partita della banda ultralarga. L’imprenditore bretone incontrerà certamente il premier Renzi nelle prossime settimane, anche per fugare eventuali timori per l’ingresso di un “socio straniero” nel capitale dell’ex incumbent delle Tlc. Timori respinti al mittente nei giorni scorsi dai vertici di Telecom Italia.