Le indiscrezioni sulla possibile vendita della quota di F2i in Metroweb – società milanese fornitrice di fibra ottica – e sul possibile ingresso di Telecom Italia si sono susseguite nel corso del fine settimana, nonostante le smentite, così come sono fiorite le ricostruzioni di possibili scenari strategici.
I rumors hanno in effetti una certa logica: l’ingresso di Telecom Italia in Metroweb avrebbe infatti un senso sia dal punto di vista finanziario che strategico, poiché si potrebbe condividere i costi dell’investimento con la Cassa Depositi e Prestiti, che ha nelle infrastrutture e nel loro sviluppo uno dei suoi core business, riducendo in tal modo l’impatto finanziario della realizzazione delle reti in fibra ottica.
E che l’integrazione con Telecom Italia abbia un ‘senso’ soprattutto industriale lo ha ammesso del resto anche Alberto Trondoli, Ad di Metroweb, che ha comunque precisato: “…non risulta l’interesse o la volontà da parte dei due soci di Metroweb, ossia F2i e il Fondo Strategico Italiano, di cedere la loro quota; poi è ovvio che tutto si vende e tutto si compra”.
Metroweb – che possiede e gestisce nell’area metropolitana di Milano la più grande rete in fibra ottica a livello europeo, con oltre 3.200 km di infrastrutture civili e 7.200 km di cavi – è controllata al 53,8% dal Fondo F2i mentre la quota restante è in mano al Fondo Strategico Italiano, di cui la Cassa Depositi e Prestiti è azionista di riferimento.
Secondo Trondoli, quindi, “l’operazione avrebbe un grande senso soprattutto dal punto di vista industriale perché si sfrutterebbe Metroweb con le sue competenze e le sue risorse finanziarie per sviluppare un’infrastruttura interamente in fibra ottica che al Paese manca”.
Un’eventuale unione tra le due società, dipende però “dalla volontà dei soci. Al momento non mi risulta che ci sia una precisa volontà di F2i a vendere la quota”, ha concluso Trondoli, facendo anche trapelare uno ‘schema’ in base al quale Telecom potrebbe entrare in Metroweb la quale a sua volta potrebbe diventare la tanto agognata ‘società della fibra’, indipendente e in cui confluirebbero gli asset Telecom, ma non la rete in rame.
Secondo Reuters, l’Ad di Telecom Italia, Marco Patuano, avrebbe avuto mandato dal Cda per trattare l’acquisto della quota del 54% detenuta da F2i.
Sul tavolo di F2i, però, non è arrivato alcun dossier Metroweb: lo ha precisato una fonte all’agenzia Mf-Dowjones. “Da Telecom Italia non è arrivata alcuna indicazione”, ha spiegato la fonte aggiungendo che “qualora arrivasse, come è normale che sia, verrebbe esaminata da F2i”.
Il possibile ingresso di Telecom nella società milanese è stato accolto positivamente dagli analisti: secondo Banca Akros, il deal avrebbe “potenziali implicazioni positive dal punto di vista strategico” per Telecom, “riducendo anche l’impatto finanziario” relativo allo sviluppo delle reti in fibra. Gli analisti sottolineano che si tratterebbe di un’ipotesi non proprio campata in aria, alla luce non solo delle strategie dei concorrenti nel settore della fibra ottica – Vodafone col suo progetto Spring prevede di raddoppiare gli investimenti a 3,6 miliardi nei prossimi due anni, mentre Fastweb ha annunciato un investimento da 1 miliardo di euro in 2 anni – ma anche del possibile sostegno del Governo e dell’evoluzione della struttura azionaria dell’azienda, con l’uscita dei soci Telco e l’ingresso di Vivendi al posto di Telefonica.
Anche Equita Sim l’operazione avrebbe “…un forte senso industriale soprattutto se si pervenisse alla fusione tra le 2 società”. Sul deal potrebbe comunque pesare il parere dell’Antitrsut e dell’Agcom, notano infine gli analisti.