“Sulla carta, un’alleanza Orange e Vivendi, che controlla la maggioranza di Telecom Italia ed è proprietaria della Pay Tv Canal+, sembra naturale”, chiede il quotidiano francese La Tribune all’ad di Orange, Stephane Richard.
“Ci sono delle indiscrezioni e da un certo punto di vista potrebbe avere senso, sulla carta”, risponde Richard, che più volte è sembrato possibilista su un’alleanza col gruppo di Vincent Bollorè, salvo poi precisare che sul dossier, che inevitabilmente coinvolgerebbe anche Telecom Italia, “non c’è alcuna attualità e bisogna essere estremamente prudenti”.
Anche in questo caso, Richard sottolinea che “Orange ha molto da discutere con Vivendi, perché loro producono contenuti e noi li distribuiamo. C’è un dialogo costante tra noi e soprattutto con Canal+. Lavoriamo anche in effetti su aree geografiche comuni come la Francia, la Polonia, l’Africa. Ma metto completamente da parte il dossier Telecom Italia: è un progetto di Vivendi in cui non abbiamo posto. Non esistono discussioni in proposito”.
Secondo diversi analisti finanziari, un’unione tra Orange e Telecom Italia avrebbe senso in un’ottica di consolidamento europeo tra i principali player del settore, con la società italiana nel ruolo di ‘preda di prestigio’.
Spesso, nei mesi passati, Richard sembrava volesse considerare un simile progetto, ma mai con riferimenti espliciti, tanto da scatenare la reazione irritata del presidente Giuseppe Recchi, che arrivò a richiamare Richard a “un’assunzione di responsabilità” per gli effetti delle sue parole sui media e sui mercati. Richard aveva detto ad esempio, che “se Bollorè ci dicesse che la cosa migliore da fare sarebbe un accordo tra noi per fare in modo che Orange compri Telecom, allora guarderemmo all’operazione
A stretto giro Richard aveva chiarito che le ambizioni di Orange al momento erano circoscritte al rafforzamento in quei paesi europei in cui la società è già presente, quindi “la Romania, la Polonia o il Belgio”.
Quanto a Telecom Italia, anche in quell’occasione aveva spiegato che “sul tema non c’è alcuna attualità. Bisogna essere estremamente prudenti. Osservo che è un tema molto sensibile in Italia. Oltralpe le ambizioni francesi infastidiscono”.
Con Vivendi, ha ribadito nelle ultime ore in un’intervista a La Tribune, “non ci sono al momento progetti più ambiziosi, ma c’è una sorta di interesse reciproco a intensificare le relazioni. Detto questo – ha concluso – faccio notare che non ci sono solo Vivendi e Canal+. In giro ci sono produttori di contenuti che sono interessanti e non solo in Francia…”.