Venerdì scorso, la SEC – l’equivalente Usa della Consob – ha notificato che Xavier Niel ha modificato il suo accordo sull’esercizio delle opzioni sul capitale di Telecom Italia. In base ai nuovi termini contrattuali, Niel si è assicurato 660 milioni di azioni a 1,08 euro per azione ‘allungando’ la maturità a settembre 2017. Si tratta delle opzioni in scadenza a giugno 2016 (il 4,9% del capitale attuale) e con un prezzo di esercizio di 1,22 euro. Le uniche il cui pagamento era previsto solo ‘per cassa’ e il contratto non era stato modificato lo scorso novembre.
Una mossa che per gli analisti di Mediobanca Securities considerano una “conferma del forte impegno di Niel sull’equity story di Telecom Italia”, anche se non si può escludere, aggiungono, che “la costituzione del nuovo accordo potrebbe aver avuto un impatto negativo sul prezzo delle azioni nelle ultime settimane”.
Niel è entrato in Telecom a ottobre dello scorso anno, acquisendo una partecipazione potenziale del 15,1% tramite la società Rock investment, da lui indirettamente controllata.
L’investimento, costruito tutto tramite opzioni di acquisto di tipo europeo quindi con regolamento solo a scadenza, era composto per il 10% circa del capitale da contratti che prevedono il regolamento in azioni o per cassa (a scelta di Niel), mentre le opzioni sul restante 5% circa prevedono solamente il regolamento per cassa.
Telecom è intanto proiettata verso il cda del 13 maggio, quando saranno presentati i conti 2015 ma non solo.
In ballo c’è infatti l’offerta per rilevare Metroweb, che potrebbe finalmente vedere la luce, e anche il nuovo piano di efficientamento dei costi che potrebbe attestarsi a 1,4 miliardi di euro entro il 2018, dai 600 preventivati dall’ex Ad Marco Patuano.
Venerdì il presidente Giuseppe Recchi ha anticipato che al prossimo cda “…ci sarà una revisione al rialzo dei target di sviluppo previsti per la copertura della banda ultralarga” alla luce di quanto maturato nel primo trimestre di quest’anno “e un piano di razionalizzazione dei costi non influirà sugli investimenti e sulla forza lavoro”.
Ritorna in auge anche il dossier Brasile, con una serie di indiscrezioni secondo cui la società potrebbe chiamare alla guida della controllata brasiliana l’attuale direttore della divisione consumer del gruppo, Stefano De Angelis, al posto di Rodrigo Abreu, nell’ambito di un piano di riorganizzazione che potrebbe prevedere anche una riduzione dell’8% della forza lavoro (pari a circa 1.000 posizioni).