Il Consiglio di Stato ha confermato la multa da 103,7 milioni comminata due anni fa dall’Antitrust a Telecom Italia per abuso di posizione dominante nella fornitura di servizi di accesso all’ingrosso alla rete e alla banda larga.
La sesta sezione del Consiglio di Stato ha infatti respinto il ricorso di un anno fa del gruppo di tlc contro la sentenza del Tar che aveva già confermato la multa. La denuncia era stata presentata da Wind, Fastweb, Vodafone Italia, Bt Italia e dall’Associazione italiana internet provider (Aiip).
La multa dell’Antitrust per abuso di posizione dominante nella fornitura di servizi di accesso all’ingrosso alla rete e alla banda larga risale al maggio del 2013, a conclusione di un’istruttoria avviata nel 2010.
Secondo quanto rilevato dall’Antitrust, Telecom Italia ha opposto ai concorrenti un numero ingiustificatamente elevato di rifiuti di attivazione dei servizi all’ingrosso, i c.d. “KO”, ostacolando in tal modo “l’accesso dei concorrenti all’infrastruttura, sia nel caso della fornitura di servizi su linea attiva, sia nel caso della fornitura di servizi su linea non attiva”.
Adottando quello che l’Autorità, all’apertura dell’istruttoria a giugno del 2010, aveva definito un ‘boicottaggio tecnico’ Telecom Italia “ha di fatto reso significativamente più difficoltoso per gli altri operatori, il processo di attivazione dei servizi di accesso alla rete rispetto alle divisioni interne di Telecom”.