Modernizzare il Paese e fare crescere il Pil, creare occupazione e contribuire alla ripresa di competitività: questi gli obiettivi della nuova tornata di investimenti da circa 1 miliardo che Telecom Italia concentrerà nel sud del Paese. Il Piano sarà presentato il 19 febbraio e l’Ad di Telecom in un’intervista al Messaggero ha anticipato proprio l’obiettivo di accelerare l’infrastrutturazione nelle 7 Regioni meridionali – Calabria, Basilicata, Molise, Puglia, Lazio, Sicilia e Campania – dove la società si è aggiudicata i bandi per lo sviluppo e la diffusione dell’ultrabroadband.
I progetti, cofinanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), porteranno la banda ultralarga a 10 milioni di cittadini situati nei piccoli centri o nelle aree rurali – che diventano 15,7 milioni se a questi interventi si sommano gli investimenti effettuati senza sovvenzioni pubbliche – e permetteranno di collegare anche più di 5.200 le sedi istituzionali (uffici pubblici, scuole, ospedali, caserme polizia e carabinieri) con una velocità di oltre 100 mega.
Grazie alle nuove regole introdotte dal Jobs Act, ha sottolineato quindi Patuano, i progetti permetteranno di assumere, “4 mila lavoratori e altrettanti posti di lavoro saranno creati in maniera indiretta, e in gran parte nelle stesse regioni interessate dagli investimenti”.
Parole di apprezzamento sono arrivate da Patuano all’indirizzo del governo Renzi che “sta facendo molto bene” avendo puntato con forza allo sviluppo del digitale. l’esecutivo è inoltre “sulla buona strada” per quanto riguarda il tema degli incentivi fiscali alle imprese che investono in tecnologie innovative .
Da parte di Telecom – ha aggiunto – c’è la volontà di collaborare nell’interesse del sistema Paese: “Del resto, Telecom partecipando a questi bandi ha accettato di effettuare investimenti il cui ritorno (nonostante il contributo pubblico) è previsto in un arco temporale di 10 anni ben oltre quelle che sono le regole di finanza aziendale”, ha detto Patuano.
Un po’ meno entusiasmo, invece, riguardo al recente intervento dell’Agcom sulle tariffe di terminazione, “…le prime indicazioni che arrivano dall’Autorità relativamente ai listini per gli anni 2015-2017 effettivamente sono preoccupanti per il futuro sviluppo della fibra”.
Patuano ha insomma stigmatizzato ancora una volta lo ‘scollamento’ tra le varie istituzioni del Paese “sulla politica industriale in materia di sviluppo della banda ultralarga”. Nei mesi passati, l’ad aveva parlato infatti di “distonia” tra la decisione del Governo di accelerare sullo sviluppo della rete in fibra ottica puntando sull’FTTH, quindi avvicinando la fibra agli utenti, e la decisione dell’Agcom di agevolare la concorrenza sul versante FTTC, ossia una rete mista fibra-rame (rame dalle abitazioni all’armadietto stradale e fibra dall’armadietto, o cabinet, alla centrale).