Piace al mercato la semestrale di Telecom Italia, che ieri ha anche annunciato una partnership da 1,2 miliardi con Fastweb per lo sviluppo della fibra ottica in 29 città.
Stamani il titolo ha segnato un balzo di oltre il 10% sulla scia oltre che della partnership strategica con Fastweb, anche della buona semestrale, “la migliore dal 2009”, ha detto l’ad Flavio Cattaneo, che in conference call ha sottolineato come i conti la dimostrazione “che le azioni intraprese hanno portato i risultati voluti”.
Una semestrale, insomma, che sembra ridare slancio al gruppo, come era del resto immaginabile visti gli effetti ‘a caldo’ della ‘cura Cattaneo’, chiamato da Vivendi proprio per perseguire il turnaround nel più breve tempo possibile. E una semestrale, dicevamo, con tanto di ‘sorpresa’, ossia l’accordo con Fastweb per la fibra ottica, che permette a Telecom di uscire dall’angolo in cui sembrava essere stata stretta da Enel e dal suo stuolo crescente di partner commerciali.
Oltre ad aver arruolato nelle sue fila Vodafone, Wind, Tiscali, Go Internet (società quotata all’AIM) e probabilmente il quarto operatore mobile che sarà creato da Xavier Niel, Enel ha infatti chiuso anche l’accordo per l’acquisizione di Metroweb, che dovrebbe essere ufficializzato domani dal Cda della società elettrica. Risolto il ‘nodo’ Fastweb – socio con il 10,6% di Metroweb Milano e titolare di una clausola di lock up che scade nel 2017 – il cda di Metroweb ha infatti dato il via libera all’operazione di integrazione con Enel Open Fiber. La società controllata da Swisscom e guidata da Alberto Calcagno ha deciso di non esercitare il diritto di veto e di vendere le sue azioni, ricevendo in cambio un corispettivo calcolato sulla base della valorizzazione che Enel ha fatto della società milanese.
Mettendo quindi da parte la buona semestrale, la vera misura della sfida che attende Telecom si avrà a partire dall’autunno, quando Enel Open Fiber entrerà in forze nel mercato della fibra e si assisterà a un doppio, con Enel e Metroweb da un lato e Telecom e Fastweb dall’altro. Da settembre, ha detto non a caso Cattaneo stamani, verranno ridefiniti “i prezzi fissi nel broadband” e verrà lanciata “una importante nuova campagna” con nuove offerte mirate – si spera – oltre che a conquistare nuovi clienti, anche a sortire effetti positivi sui margini. Per quest’anno, intanto, il gruppo comincerà a risparmiare 5 milioni di euro: tale sarà nel 2016 l’impatto economico sortito dal piano che prevede l’uscita di 170 dirigenti
“Entro il 2018 saranno 30 milioni”, ha assicurato il direttore finanziario, Pier Giorgio Peluso, spiegando che i costi per coprire l’uscita dei manager sono già stati accantonati.
La partnership con Fastweb
L’accordo strategico di natura commerciale e industriale prevede la creazione di una joint venture co-partecipata dalle due aziende (Fastweb al 20% e Telecom all’80%) con l’obiettivo di collegare in fibra ottica FTTH 3 milioni di unità abitative nelle principali 29 città già coperte in FTTC (esclusa Milano) entro il 2020. La tecnologia FTTH permetterà velocità di collegamento di 1 Gigabit al secondo.
La joint venture, informa una nota, realizzerà per conto delle due società le opere civili e di posa delle fibre ottiche lungo la rete secondaria (dagli armadi di strada sino alla casa del cliente) consentendo a ciascuno dei due operatori di condividere i costi di scavo, di stabilire gli standard di qualità della propria rete e di offrire servizi sempre più performanti. Entrambi gli operatori forniranno servizi di accesso all’ingrosso a banda ultralarga, aumentando sensibilmente il livello di competizione di questo segmento.
L’investimento complessivo da 1,2 miliardi sarà finanziato in parte con equity e in parte con debito. La quota di spettanza di TIM è già inclusa nelle spese per capitale del Piano industriale 2016-2018 mentre l’impegno di Fastweb (55 milioni nei prossimi quattro anni) sarà autofinanziato con i suoi flussi di cassa, informa ancora la nota.
La partnership tra Telecom Italia e Fastweb, ha precisato stamani Cattaneo in conference call, “è un grosso passo in avanti nel panorama italiano della fibra” e rappresenta uno dei fattori che permetteranno a Telecom di affrontare la seconda parte dell’anno “nelle migliori condizioni”.
L’intesa, ha aggiunto, è aperta anche ad altri operatori (non all’ingresso di nuovi soci nel capitale) “ma oggi non sappiamo se c’è qualcuno disponibile a investire nell’infrastruttura”, ha detto ancora l’ad.
La semestrale
Tornando ai numero della semestrale, nei primi sei mesi di quest’anno, Telecom Italia ha conseguito un utile netto in crescita a 1,018 miliardi di euro che si confronta con un risultato netto positivo per 33 milioni riportato nell’analogo periodo dello scorso esercizio.
I ricavi sono diminuiti del 9,9% rispetto allo scorso anno, a 9,096 miliardi (-4,9% in termini organici rispetto allo stesso periodo 2015).
In particolare, i ricavi domestic consumer si sono attestati a 3,6 miliardi di euro (+1,4% rispetto al primo semestre 2015), grazie al forte miglioramento del segmento mobile i cui ricavi sono stati pari a circa 1,8 miliardi di euro (+7,3% rispetto al primo semestre 2015).
L’Ebitda ha segnato un aumento del 25,4% nel secondo trimestre e del 2,4% nel semestre, mentre l’Ebit si è attestato a 1,7 miliardi (+0,7% in termini organici rispetto al primo semestre 2015).
Gli investimenti industriali sono stati pari a 1,983 miliardi, mentre il debito netto è diminuito a 28,07 miliardi rispetto ai 28,475 miliardi di fine 2015.