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Telecom Italia, Giuseppe Recchi: ‘Garantire ritorni a chi investe nelle reti’

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Col Governo, ha detto Recchi, ‘c'è comunione di intenti sullo sviluppo del settore delle tlc’ ma servono regole più leggere perché ‘con troppe regole e con regole che cambiano continuamente, è l'arbitro e non la bravura delle squadre a decretare chi vince e chi perde’.

Il mercato pare avere apprezzato l’appello alla calma espresso dall’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, che ieri ha ribadito l’importanza dei dossier sul tavolo dell’azienda – Metroweb e Tim Brasil – e ha invitato tutti a non tirare l’azienda per la giacchetta, ribadendo, che la partita brasiliana è strategica e va giocata con estrema lucidità e per quanto riguarda in particolare Metroweb, che se l’operazione dovesse infine andare in porto c’è la consapevolezza di dover rispettare i severi paletti dell’antitrust.

Dopo che sempre ieri Patuano ha bollato come ‘paradossali’ le accuse di monopolio all’indirizzo di Telecom, oggi, intanto, è stato il presidente Giuseppe Recchi a soffermarsi sul tema della concorrenza e delle regole, sottolineando l’iper-regolamentazione del settore delle telecomunicazioni e la necessità di mettere le aziende nelle condizioni di investire e di avere un adeguato ritorno.

In passato, ha detto Recchi intervenendo alla cerimonia per i 50 anni del Telecom Italia Lab, “…la regolamentazione è stata importante per aprire la strada alla concorrenza e a noi piace la concorrenza, ma oggi rischia di spostarla sulla definizione delle regole anziché’ su quello dell’innovazione e della creazione di valore, per azionisti e consumatori”.

“Lo vediamo soprattutto quando si parla di investimenti – ha aggiunto – per fare investimenti importanti sulla banda ultra larga è necessario che siano possibili ritorni adeguati. Questo oggi non è impossibile nelle aree non a fallimento di mercato e siamo tutti convinti che ci sia domanda e siamo tutti pronti a investire ma questo è e sarà possibile se e solo la nostra capacità di fare investimenti sarà tutelata”.

Servono, insomma, regole più leggere, che non consentano solo di mantenere i prezzi bassi a vantaggio dei consumatori, ma permettano anche alle aziende che operano nel mercato di presentare offerte sempre più diversificate e innovative.

“Senza regole non si può giocare la partita ma con troppe regole e con regole che cambiano continuamente, è l’arbitro e non la bravura delle squadre a decretare chi vince e chi perde”, ha affermato.

Uno spiraglio di ottimismo arriva da questo Governo, che nelle scorse settimane ha presentato i due nuovi piani nazionali “Piano nazionale banda ultra larga” “Crescita digitale” e con il quale, ha detto ancora Recchi, “c’è comunione di intenti sullo sviluppo del settore delle tlc”.

Il presidente Recchi ha elogiato l’atteggiamento del Governo, gli sforzi dell’esecutivo “…di organizzare gli obiettivi a cui si vuole arrivare” e ha auspicato la collaborazione tra le Istituzioni e il privato perché “solo così porteremo il nostro paese ad eccellere”.

Telecom, ha ricordato Recchi, ha investito in tre anni 1 miliardo di euro in ricerca e sviluppo e 3 miliardi all’anno per lo sviluppo e il mantenimento delle reti.

“Oggi – ha concluso – la sfida è sulla tecnologia e noi ogni soldo che abbiamo lo investiamo nella rete e lo mettiamo a disposizione per vincere gara della tecnologia”.

Recchi ha infine smentito che sono pure ‘invenzioni giornalistiche’ quelle che vedrebbero Telecom Italia pronta a un’eventuale ingresso nel capitale di Mediaset Premium: “Loro – ha detto – sono fornitori di contenuti, noi trasportatori di dati, il rapporto che c’è ed è come quello tra chi produce le merci e chi fa gli scaffali per esporle. Non c’è alcun ragionamento ulteriore da fare”.

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