Si è insediato ieri, nel corso di un consiglio di amministrazione relativamente breve – di due ore – il nuovo amministratore delegato di Telecom Italia, Flavio Cattaneo.
Con una nota diffusa in tarda serata, la società ha comunicato le decisioni del primo consiglio con il nuovo ad al timone. Decisioni che verranno proposte alla prossima assemblea del 25 maggio a integrazione dell’ordine del giorno.
La prima riguarda la rideterminazione del numero dei Consiglieri da 17 a 16. Dopo l’uscita di scena di Marco Patuano, insomma, non verrà cooptato nessun altro consigliere e il board dovrebbe essere mantenuto in questa composizione fino alla fine del mandato.
È stata inoltre varata una “misura di remunerazione straordinaria” destinata all’ad e ad altri manager da lui identificati e che sarà subordinata al raggiungimento dell’obiettivo di complessivo turnaround dell’impresa legato “alla overperformance rispetto al Piano Industriale 2016-2018”. Niente overperformance, quindi, niente ‘Special Award’. Si può considerare, insomma, la misura come un incentivo per raggiungere la tanto agognata ‘discontinuità’ e il turnaround perseguito dal Consiglio.
Ecco come funziona: innanzitutto il ‘premio’ potrà essere pagato solo nel 2020, ma prevede l’accantonamento per ciascuno degli esercizi 2016, 2017, 2018 e 2019, di un premio annuale “pari al 5,5% del miglioramento ottenuto rispetto ai target consolidati di EBITDA, riduzione di Opex e PFN relativi a ciascuno di tali esercizi (con un peso rispettivamente del 50%, del 25% e del 25%), quali definiti in sede di Piano Industriale 2016-2018, utilizzando per il 2019 gli stessi valori previsti a piano per l’esercizio 2018”.
A Cattaneo spetterà Il 4% del premio mentre il restante 1,5% sarà destinato alla squadra di manager da lui designata per conseguire gli obiettivi.
Lo ‘Special Award’ – che dovrà comunque ricevere il via libera dell’assemblea – sarà pagato per l’80% in azioni del gruppo e per il restante in contanti.
Fin qui quanto comunicato dall’azienda. Secondo indiscrezioni di stampa, la riunione – alla quale solo Cattaneo, il presidente Giuseppe Recchi e l’ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine erano presenti ‘fisicamente’ (gli altri erano collegati in videoconferenza) – sarebbe stata occasione per fare il punto su due dei dossier più urgenti: la cessione delle torri e la partita con Metroweb.
Telecom Italia avrebbe fissato alla fine di questo mese il termine per decidere sulla cessione delle torri di Inwit. Sarebbe necessario ancora un po’ di tempo, insomma, per valutare le due offerte sul tavolo: quella tandem Cellnex-F2i (sull’intero pacchetto del 45% e con successivo obbligo di Opa) e l’altra della controllata Mediaset EiTowers, sul 30% del pacchetto messo in vendita e con contestuale cessione a Inwit di un migliaio di torri tlc.
Una partita che si sta rivelando molto più complessa di come si poteva pensare, e che potrebbe ora essere ripensata anche a valle dell’accordo tra Vivendi e Mediaset sulla Pay Tv Premium, e sulla quale si attende per altro il pronunciamento di Consob e Antitrust.
Così come sta diventando sempre più intricata la partita della fibra ottica con Telecom che, sempre secondo indiscrezioni non confermate, starebbe per presentare un’offerta ‘ufficiale’ anche se non vincolante su Metroweb. La società della fibra guidata da Franco Bassanini dovrebbe a quel punto giocare necessariamente a carte scoperte, decidendo infine da quale parte stare – quella di Enel o quella di Telecom – mentre Telecom, o meglio il suo azionista di riferimento Vivendi, darebbe il suo segnale al Governo sulla volontà di accelerare sulla fibra.
Ricordiamo che Telecom e Metroweb hanno presentato all’Agcom un piano da 2,5 miliardi di euro per cablare 250 città. Nel frattempo, tuttavia, Metroweb non sarebbe indifferente alla sirena della società elettrica, che nei giorni scorsi ha presentato da Palazzo Chigi un piao per la graduale copertura di 224 città con il coinvolgimento di Vodafone e Wind.