La Corte di Giustizia Ue ha stabilito oggi che esistono le condizioni per non annullare il contratto di 500 milioni di euro siglato dal Ministero dell’Interno con Telecom Italia alla fine del 2011 con cui è stato rinnovato, senza gara, l’appalto per i servizi di telefonia fissa, mobile, la videosorveglianza e altri servizi di comunicazioni elettroniche che Telecom Italia fornisce al ministero dal 2003.
Il ministero ritiene Telecom Italia l’unica società in grado di offrire tali servizi. La Corte doveva esprimersi sull’eventuale annullamento del contratto, giudicato illegittimo sia dal TAR del Lazio che dal Consiglio di Stato l’8 gennaio 2013, dopo un ricorso di Fastweb. I giudici della Corte Ue hanno stabilito che le regole Ue vietano in principio appalti pubblici senza gare, ma permettono comunque il non annullamento di un contratto in vigore se sono stati rispettati alcuni vincoli procedurali, come per esempio la pubblicazione di un avviso di trasparenza sulla gazzetta ufficiale e la firma del contratto dopo lo scadere di un termine di 10 giorni dalla pubblicazione.
Queste procedure secondo la Corte sono state rispettate, e quindi consentirebbero il non annullamento del contratto. La Corte Ue rinvia comunque la decisione definitiva al Consiglio di Stato.