Chiusura dell’accordo con Metroweb con il coinvolgimento di Sparkle, cessione di Inwit e avvio del piano di efficientamento dei costi.
Sono questi i tre dossier su cui si sta concentrando l’ad Telecom Italia Flavio Cattaneo, manager di grande esperienza in fatto di turnaround.
Dopo il cda di ieri, che ha visto la nomina dell’ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine alla vicepresidenza della società, la prossima riunione è stata rimandata al 13 maggio.
Un rinvio – ha detto ieri il presidente Recchi – necessario per “approfondire bene i numeri”, ma che potrebbe essere funzionale anche a definire gli ultimi dettagli in vista di annunci importanti sul tema della fibra ottica e delle torri.
Il prossimo cda, dunque, si preannuncia come estremamente rilevante per il gruppo.
In ballo c’è innanzitutto la questione Metroweb, con cui le trattative si trascinano ormai da troppo tempo.
L’arrivo di Cattaneo sembra però aver contribuito a mettere a posto gli ultimi tasselli mancanti e l’accordo sembra ormai pronto per la chiusura, con Telecom che avrebbe da subito il 100% della società guidata da Franco Bassanini, non quel 67% ipotizzato dal piano messo di Marco Patuano.
Nel nuovo schema messo a punto nelle ultime settimane, condiviso da Vivendi, Metroweb sarebbe valutata 1 miliardo di euro. Una cifra pari a 15 volte l’Ebitda di 70 milioni di euro. Per il suo 53,8% in Metroweb, F2i incasserebbe circa 530 milioni di euro in contanti mentre la quota del 46,2% in mano a FSI (il fondo della Cassa Depositi e Prestiti) varrebbe 470 milioni.
In cambio del conferimento di questa quota, alla CDP andrebbe, quindi, conferito il 25% di Sparkle, la cui valutazione sarebbe invece di 1,8 miliardi.
Ricordiamo che la controllata Telecom gestisce 570 mila chilometri cavi in fibra ottica in Europa, nel bacino del Mediterraneo in Sud America e con partecipazioni in numerosi consorzi di cavi sottomarini in USA, sull’Atlantico, Indiano e sul Pacifico. Un asset considerato strategico per la sicurezza nazionale e sul quale la Cassa Depositi e Prestiti – controllata all’80% dal ministero dell’economia – avrebbe, secondo quanto risulta a La Repubblica, anche diritti di governance.
“Un accordo con Metroweb – dicono gli analisti di Mediobanca – sarebbe estremamente positivo perché implicherebbe che, seppur indirettamente, l’incumbent e il Governo investirebbero congiuntamente nella fibra ottica”.
Equita Sim sottolinea però che se fossero confermate, queste metriche sarebbero “penalizzanti per Telecom, prevedendo una valutazione di Metroweb di quasi 20 volte l’Ebitda e di Sparkle di circa 8 volte”.
Va bene un premio, ma non così alto, dicono gli analisti Equita, che proseguono sottolineando anche che l’operazione potrebbe avere l’effetto positivo di allentare la tensione tra Telecom Italia e il Governo e di allontanare la possibilità che Metroweb si allei con Enel.
Il dossier Inwit
Potrebbe volerci invece altro tempo per definire la vendita delle torri di Inwit. Sul tavolo ci sono le offerte di Cellnex-F2i ed Ei Towers.
Il tandem italo-spagnolo ha presentato un’offerta sull’intero pacchetto del 45% messo in vendita da Telecom Italia, mentre Ei Towers solo sul 29%, soglia oltre la quale scatterebbe l’obbligo di Opa a meno che il superamento di tale soglia non sia approvato dagli azionisti di minoranza di Inwit, tra i quali Artemis, Schroders, UBS e Axa.
La controllata Mediaset, che cederebbe contestualmente a Inwit un migliaio di torri tlc, ha comunque già escluso l’intenzione di lanciare un’offerta pubblica di acquisto sull’intero capitale di Inwit.
Telecom avrebbe dovuto decidere alla fine di marzo. Nel frattempo, però, tante cose sono cambiate, dall’addio di Patuano all’accordo tra Vivendi (azionista di maggioranza Telecom con 24,6%) e Mediaset.
Ei Towers ha bollato come ‘pura fiction’ le ipotesi che quest’ultimo accordo possa avvantaggiare la sua offerta su Inwit e ha fatto sapere di avere già in cantiere altre opzioni nel caso la corsa a Inwit non dovesse concludersi con la vittoria. Allo stesso modo si potrebbe allora ipotizzare che Cellnex potrebbe essere avvantaggiata perché in tandem con F2i, con cui sarebbe in ballo anche l’incrocio con Metroweb.
Per gli analisti di Mediobanca, il prossimo 13 maggio potrebbe tuttavia non portare novità sul piano di efficientamento. Troppo presto per la riduzione dei costi “dato che qualsiasi novità in tal senso avrebbe inevitabilmente impatto sul prezzo delle azioni”.
Non si può che attendere per sapere quali saranno le mosse di Cattaneo, con la certezza che a prevalere sarà il pragmatismo, dote che al neo Ad certo non manca.