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Telecom Italia: 2 a 0 per Vivendi. Spazio in cda e sventata la diluizione

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Vittoria di Vivendi nella ‘giornata campale’ dell’assemblea Telecom Italia: in quello che la stampa francese non esita, a caldo, a definire un trionfo di Vincent Bollorè, gli azionisti hanno infatti bocciato la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie e approvato l’allargamento del cda da 13 a 17 membri, per fare spazio a 4 rappresentanti del gruppo francese. L’assemblea ha bocciato però la quarta proposta di Vivendi relativa allo  svincolo dal divieto di concorrenza per gli Amministratori nominati nel cda Telecom e che quindi non potranno proseguire le attività indicate nei rispettivi curriculum vitae. La sovrapposizione dovrebbe riguardare le attività di Dailymotione e Tim Vision.

La proposta di conversione delle azioni di risparmio in ordinarie ha registrato l’astensione del 36% del capitale presente, mentre l’1,4% ha espresso voto contrario e il 62,5% ha votato a favore: la proposta è stata quindi bocciata, dal momento che l’approvazione necessitava dei due terzi dei voti.

L’ingresso dei 4 rappresentanti Vivendi nel board – l’Ad Arnaud de Puyfontaine, il cfo Hervè Philippe, il coo Stephane Rousell e l’indipendente Felicité Herzog – per la quale serviva il superamento della soglia del 50% dei voti è quindi passato con il voto favorevole del 52,9% del capitale.I contrari sono stati il 45,7%.

Quanto invece alla proposta sullo svincolo dal divieto di concorrenza, i voti favorevoli alla proposta di Vivendi sono stati pari al 49,7% dei presenti, i contrari il 49,4%. Per essere approvata era richiesta la maggioranza assoluta.

I quattro nuovi consiglieri, ha annunciato il presidente Giuseppe Recchi, saranno presenti già domani a una riunione del board

La bocciatura della clausola sulla concorrenza “…è un aspetto puramente formale e legale. Non prevedo problemi su questo tema” ha aggiunto Recchi, precisando poi che il cda attualmente in ruolo durerà “fino al termine del suo mandato” naturale, ossia primavera 2017.

Vivendi: qui per restare

Nonostante la decisione di astenersi dal voto sulla conversione dei titoli di risparmio in azioni ordinarie – operazione che avrebbe diluito la quota di Vivendi al 14% circa – il Ceo Arnaud de Puyfontaine ha ribadito nel suo intervento che il gruppo francese è determinato a restare azionista Telecom e investitore industriale – non solo finanziario – a lungo termine.

“Abbiamo grande rispetto per un gruppo di grande rilevanza nel panorama italiano e internazionale e che per svilupparsi ha bisogno di un azionariato stabile, in sintonia con gli azionisti, gli stakeholder e il governo italiano”, ha detto, parlando in italiano, per poi aggiungere, in inglese, che è necessario “lavorare in piena sintonia su obiettivi comuni e condivisi”.

Ribadendo, poi, che Vivendi non agisce per conto terzi, de Puyfontaine ha aggiunto:”Noi crediamo in Telecom Italiama crediamo che ci sia spazio per crescere, per migliorare ancora”.

Per poter votare sulla conversione delle azioni, però – ha ribadito De Puyfontaine – sarebbero servite più informazioni.

Quel che è certo è che Vivendi – che in Telecom ha investito 3 miliardi di euro – intende porsi come ‘unità di comando’ di Telecom Italia e dare, così, le regole del gioco. Ripetendo quanto già dichiarato nei giorni scorsi alla stampa, De Puyfontaine ha sottolineato in assemblea che Telecom “ha bisogno di un’unità di comando tra il board, il suo presidente e l’equipe dei manager per potere realizzare progetti chiave per il Paese”. 

Il dietrofront del primo azionista

Il dietrofront di Vivendi sulla conversione delle azioni ha fatto gridare alla ‘resa dei conti’, anche se l’ad De Puyfontaine, oggi presente a Rozzano, ha precisato che Vivendi non è contraria per principio all’operazione: non concorda coi termini proposti dalla società, penalizzanti sia per il mercato che per gli azionisti.

Non si tratta dunque di una ‘vendetta’ verso i fondi e la loro levata di scudi contro la proposta di allargare il cda: decisione che molti considerano un ‘commissariamento’ e che ha fatto sollevare il sopracciglio anche a un osservatore autorevole come il Financial Times che sottolinea che per essere credibile Vivendi avrebbe dovuto presentare le sue obiezioni settimane, non ore prima dell’assemblea.

Il quotidiano finanziario della City non risparmia le critiche al gruppo francese, denunciando l’ipocrisia del suo slogan aziendale ‘Vivons ensemble’ (viviamo insieme), visto l’atteggiamento di sfida assunto in questa occasione.

“La decisione di Vivendi sa di arroganza non di prudenza e questa stupidità comporterà una perdita di tempo per il board di Telecom Italia per non parlare dei soldi degli azionisti. Così, tanto per andare d’accordo”.

E già, perché nel caso in cui i 4 consiglieri (o anche due, visto che de Puyfontaine si è detto pronto a trattare su un minor numero di rappresentanti nel board in caso di diluizione della partecipazione con la conversione delle risparmio) la convivenza non si preannuncia proprio idilliaca.

Recchi: CdA unito e compatto

Agli azionisti, il presidente Giuseppe Recchi ha ricordato che i vertici sono oggi soltanto spettatori, “attenti al rispetto delle regole e all’interesse della società, ma rimaniamo pur sempre spettatori”.

 “Oggi – ha aggiunto – è la giornata in cui siete chiamati ad esprimervi voi azionisti. Siete voi che, con le vostre decisioni, indicherete quale essere il percorso migliore per il gruppo”.

Nel ribadire la validità della proposta della conversione dei titoli di risparmio in azioni ordinarie, messa a punto con il supporto “di due advisor di indiscusso standing, Citi ed Equita” e gradita anche dai consiglieri indipendenti, Recchi ha quindi spiegato che l’operazione, oltre a rafforzare il patrimonio della società “si andrebbe a inquadrare in una più ampia linea d’azione che il Cda ha intrapreso per dotare il nostro gruppo delle risorse finanziarie necessarie per dare ulteriore impulso al piano di sviluppo delle reti a banda ultra-larga, sia fissa che mobile, e contribuire ulteriormente alle nostre strategie per la creazione di valore”.

Quanto al cda, il presidente ha difeso i risultati ottenuti dal suo insediamento, con il titolo della società che si è rivalutato di oltre il 40%. E’ un consiglio, ha detto Recchi, “…unito e compatto, che valuta accuratamente ogni tema attraverso una dialettica aperta e profonda, che è l’elemento fondamentale per decisioni efficaci”. 

“Ogni decisione – ha aggiunto – viene valutata esclusivamente sui principi di sostenibilità finanziaria e industriale di lungo termine, che è il pilastro della buona governance di ogni impresa”.

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