Come previsto da molti analisti, il 2016 segnerà probabilmente la fine delle ostilità tra telco e OTT. Sembra andare in questa direzione la decisione di alcuni tra i principali operatori mondiali – da Deutsche Telekom a Verizon Wireless e AT&T – di sostenere il progetto Open Compute (OCP) lanciato da Facebook 5 anni fa con l’obiettivo di introdurre la filosofia ‘open’ nella progettazione di soluzioni hardware per server, storage e data center.
Una visione accolta inizialmente con scetticismo, ma che ha continuato a fare proseliti anche tra i grandi nomi del settore: tra i 150 membri di OPC figurano infatti Microsoft, Nokia, Intel, Apple, Samsung e IBM.
Il progetto, che entra a gamba tesa nel business di colossi del calibro di Cisco, Huawei e Juniper, si è concentrato finora sui fornitori di servizi cloud e le grandi aziende. Ora, le telco potranno invece fornire, nella stessa ottica ‘open’ basata sulla collaborazione, i requisiti di progettazione per i commutatori e gli altri sistemi necessari per la gestione delle reti di comunicazione.
Proprio in quest’ottica, i membri di OCP possono includere in un prodotto soltanto le funzionalità di cui hanno bisogno, senza doversi accontentare dei prodotti standardizzati offerti dai vendor tradizionali, che impongono, ovviamente, anche i loro prezzi.
In questo modo, le componenti hardware e software usate nelle reti degli operatori telefonici potranno essere sostituite con alternative più economiche e flessibili.
Il coinvolgimento delle telco, ha spiegato Jason Taylor vice-presidente Facebook per le infrastrutture, “…permetterà di migliorare la fase di progettazione, di semplificare l’adozione e di guadagnare efficienza lungo tutta la catena”.
Cosa non da poco in un momento in cui le telco sono in una fase di piena trasformazione dei loro business model, crescono le esigenze degli utenti in termini di competitività, ma i ricavi restano al lumicino per la forte concorrenza.
“Con la cloudificazione delle funzioni di rete e i conseguenti cambiamenti nei modelli di produzione…l’efficienza dei datacenter diventa essenziale per il successo”, ha spiegato Bruno Jacobfeuerborn, CTO di Deutsche Telekom.
Andre Fuetsch, senior vice-president of architecture and design di AT&T, ha spiegato che la società punta a virtualizzare il 75% delle funzioni di rete entro il 2020.
“Stiamo diventando un’azienda software e di rete. Di conseguenza, i nostri uffici somiglieranno sempre più a dei data center…ci sarà quindi bisogno di passare a un modello di software sofisticato su un hardware standardizzato e il progetto Open Compute guida l’innovazione in questo settore”, ha aggiunto.
Facebook, che ha chiuso il 2015 con ricavi per 17,93 miliardi di dollari, in crescita del 44% sul 2014, ha risparmiato 2 miliardi di costi operativi grazie alle tecnologie sviluppate in seno all’ Open Compute Project. Tecnologie che verranno sfruttate anche per il nuovo datacenter che la società realizzerà in Irlanda.