Telco e digitale

‘Telco, un mercato in trasformazione sull’onda dei bit’. Intervista a Luca Tomassini (Vetrya)

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Luca Tomassini, Presidente e Ceo di Vetrya: ‘L’innovazione non fa sconti a nessuno e richiede che tutti si rimettano costantemente in gioco ed in discussione’

Le profonde trasformazioni in atto nel mercato globale delle Telco; l’impatto sulla industry legato all’emergere di nuovi attori e nuovi business del digitale; il necessario cambio di paradigma per i player tradizionali per intercettare e monetizzare il valore aggiunto del traffico di bit che viaggiano in Rete. Dei nuovi scenari e delle sfide future del mercato Tlc abbiamo parlato con Luca Tomassini, Presidente e Ceo di Vetrya, la società di Orvieto specializzata in applicazioni e soluzioni broadband che la sua scommessa digitale l’ha vinta, dimostrando che anche in Italia l’innovazione è possibile.

Key4biz. Banda ultralarga, contenuti e mondo Ict: quali sono i cambiamenti principali in atto per le Telco con la trasformazione digitale?

 

Luca Tomassini. L’innovazione non fa sconti a nessuno e richiede che tutti si rimettano costantemente in gioco ed in discussione. Certo questo è più complesso per quei player che hanno goduto di vantaggi competitivi e rendite di posizione, perché un approccio disruptive implica la necessità di rimettere in discussione i propri punti di forza. E tuttavia la recente storia di questa industria ci ha mostrato come proprio i leader che non sanno cambiare pelle e rimettersi in discussione sono proprio quelli destinati a sopperire. Penso a giganti come Nokia che nel campo dei dispositivi mobile, hanno disperso una leadership che pareva inattaccabile.

 

Key4biz. Guardando più da vicino ai giorni nostri, quali sono le principali tendenze in atto, che sotto la spinta dell’innovazione stanno ridisegnando il panorama dell’industria digitale?

 

Luca Tomassini. Partiamo da alcuni dati sul mercato globale: tra i business consolidati nell’ambito delle telecomunicazioni, soltanto il mobile data è accreditato di una significativa crescita in termini di ricavi attesi nel prossimo biennio. La voce è ormai solo un gadget nel bundle di offerta. Questo fenomeno, ormai in atto da diversi anni, implica due conseguenze: da un lato, la necessità di ridefinire il perimetro delle attività core per il mondo delle telco, andando ad includere progressivamente questi mercati digitali verso i quali è migrato gran parte del valore non più intercettato dai bundle di pura connettività. Dall’altro, la necessità per le telco di recuperare economie di scala mediante consolidamento legato a merger & acquisition o partnership internazionali.

 

Key4biz. Guardando alle maggiori opportunità in termini di estensione del perimetro, quali sono le aree prioritarie di intervento per integrare l’offerta digitale delle telco?

 

Luca Tomassini. Da una parte occorre guardare alle aree che offrono una reason why al cliente consumer per valorizzare l’ultrabroadband fisso e mobile. Mi rifersico in primo luogo al mondo del video e del multimediale in generale, che certamente meglio di altri settori è percepito come un valore dal mercato consumer.

 

Key4biz. Può fare qualche esempio?

Luca Tomassini. Certamente. Questa sfida ha già visto in molti mercati importanti operazioni di M&A. Pensiamo ad esempio all’acquisto di DirecTV da parte di AT&T. Nel mercato UK assistiamo ad un diverso approccio da parte di British Telecom, che ha deciso di riservare importanti investimenti in diritti sportivi pur di posizionarsi sul mercato come un player non più del mondo tlc ma avvicinandosi al concetto di video cable operator.

In tutti questi casi gli operatori hanno misurato il risultato di queste operazioni non solo in funzione dei ricavi legati al nuovo business, ma agli effetti di stop loss indotti dalla nuova offerta sulla customer base tradizionale.  E’ di questi giorni la notizia che anche Portugal Telecom ha legato a sé per 10 anni il principale club portoghese, in termini di diritti TV. L’inversione del trend si sta quindi dimostrando possibile grazie ad una focalizzazione sul business e sui bisogni percepiti dal cliente.

Key4biz. La rinascita delle telco parte da un mix di mobile data e media. E’ questa la ricetta giusta?

 

Luca Tomassini. Diciamo che è un buon punto di partenza, peraltro ancora da raggiungere in particolare nel nostro mercato. Tuttavia, questo solido approccio va accompagnato già oggi da iniziative in grado di raccogliere le sfide per il futuro. Sfide che già si delineano con chiarezza, in particolare in quei mercati che hanno già approcciato la strada della digital transformation.

 

 

Key4biz. A cosa si riferisce?

Luca Tomassini. Le opportunità da non mancare vedono certamente Internet of Things ed il tema della integrazione dei servizi in Cloud come due pilastri su cui fondare lo sviluppo ulteriore per i prossimi anni.  Certamente una volta che gli operatori avranno migrato su tecnologia IP la voce tradizionale (VoLTE). Ci sarà anche da cogliere la sfida della rich communicaton, là dove oggi wathsapp sta costruendo un futuro di comunicazione che aggrega altri servizi che diverranno di base, come ad esempio i pagamenti legati ai digital store. Peraltro, in questo caso le recenti misure adottate anche nel nostro Paese, con l’abolizione della soglia minima per i pagamenti digitali, aprono la strada all’uso dello smartphone come borsellino elettronico dei domani.

 

Key4biz. Di fronte a questo scenario, le telco sono attrezzate per affrontare sfide del tutto nuove rispetto al recente passato?

 

Luca Tomassini. Questa è senza dubbio la sfida più grande. Gli operatori devono svolgere un ruolo da protagonosti della rivoluzione digitale e per fare questo devono trasformarsi per affrontare le nuove sfide. Quello delle tlc è da sempre un mercato di massa e, anche se gli operatori possiedono un bene preziosissimo, ossia le informazioni dei loro clienti, non riescono a usarle per mettere a punto offerte personalizzate. Gli OTT lo fanno e i risultati li vedete ogni giorno.

 

Key4biz. Come devono muoversi le Telco?

Luca Tomassini. Entrare nel mercato dei contenuti digitali come pure approcciare l’emergente mondo dell’Internet of Things, ha già comportato la necessità di acquisire o comunque legare a sé società che detenevano gli asset distivitivi di quei contesti. E questa operazione avviene inizialmente mediante accordi commerciali, poi partnership più estese, sino allo scambio di pacchetti azionari o acquisizioni vere e proprie.

In questo senso possiamo vedere operatori come BT, Vodafone, Telefonica, AT&T e Docomo, come quelli che con decisione hanno imboccato il percorso del player diversificato, dove quindi l’offerta vede la connettività come una delle componenti core, al pari di servizi di domotica, security, musica e video, se non già di servizi finanziari veri e propri.

Key4biz. A che punto sono gli altri operatori?

Luca Tomassini. Altri operatori sono ancora in una posizione intermedia, collocandosi sul mercato come tecno o platform provider, col vantaggio di breve periodo di non dover sostenere importanti investimenti per risalire la catena del valore, ma pagando lo scotto nel medio periodo di non incorporare nei propri conti economici i margini di valore che rimangono appannaggio di chi fa scorrere i bit sulle loro reti, usandoli come meri abilitatori.

Key4biz. Quindi nella sua visione saranno i player diversificati ad emergere…

  

Luca Tomassini. Certamente, il tempo provvederà a razionalizzare il mercato, soltanto chi sarà in grado di incorporare le marginalità del digitale all’interno del proprio business potrà avere le risorse per essere leader nel nuovo ciclo di business.

 

Key4biz. Un’ultima cosa, questa che ci ha raccontato è una chiara visione del mercato globale. In Italia ci sono peculiarità che potrebbero portarci su trend diversi?

 

Luca Tomassini. Mettiamola così, in un paese che ancora paga un gap in termini di diffusione ed accesso alla larga banda, dove la TV via cavo è una offerta che non è stata dispiegata, dove il mercato dei contenuti sta uscendo da una  lunga fase di duopolio e dove la cultura ICT nelle imprese richiede ancora di recuperare del tempo perduto, è proprio in questa Italia che c’è veramente bisogno di attori in grado di trasformare questi gap in opportunità di rilancio e crescita per le nostre aziende e di conseguenza per tutto il Paese. La nostra strategia è centrata su tutti i temi di cui ho parlato e per contribuire a questa crescita ci lavoriamo ogni giorno.

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