Negli ultimi dieci anni, la industry europea delle Tlc ha perso complessivamente fino a 100 milioni di euro al giorno in termini di Ebit (Earning before interest) erosi dai nuovi player dell’economia digitale (i cosiddetti ‘digital disruptors’). Ott (Over the top), chat di instant messaging come WhatsApp, piattaforme VoIP come Skype, social media come Facebook hanno rivoluzionato il mondo delle comunicazioni, riducendo in maniera sostanziale i ricavi dei servizi tradizionali (voce ed Sms) delle telco. Per questo serve un intervento deciso di Bruxelles sul fronte delle regole, per risollevare un settore strategico per la ripresa economica della Ue.
E’ quanto emerge dal report commissionato a margine della FT-Etno Telecom Conference che si tiene oggi a Bruxelles dall’Etno (European telecommunications network operators), l’associazione che raccoglie i maggiori player europei delle Tlc. Il report (“Lead or Lose – A vision for Europe’s digital future”), realizzato da Accenture Strategy, lancia l’ennesimo appello alla Ue per intervenire su un quadro regolatorio troppo frammentato e penalizzante per rivitalizzare l’ecosistema digitale del Vecchio Continente e favorire gli ingenti investimenti necessari per realizzare le nuove reti.
Senza interventi urgenti sul fronte delle regole, il primato europeo nel 5G resterà un sogno di carta pesta, secondo l’Etno, che lancia un ulteriore allarme sul fronte occupazionale: senza un profondo mutamento del quadro normativo, il 50% dei posti di lavoro potrebbero essere coliti dalla digitalizzazione.
Secondo gli ultimi dati dell’Etno, le telco europee oggi rappresentano appena l’11% degli utili della industry a livello globale, a fronte del 36% registrato nel 2006. Nel 2008 l’Arpu (Average revenues per user) medio della telefonia mobile era pari a 14 euro, ridotto a 6,4 euro nel 2016. Nel contempo, i servizi digitali fanno lievitare la domanda di connettività, soprattutto nel segmento mobile.
Nel complesso, l’Arpu medio delle telco Ue è passato da 44 euro mensili nel 2008 a 37 euro nel 2016.
Secondo il report, poi, gli investimenti in nuovi servizi digitali delle Ue sono pari al 22% dei ricavi, a fronte di una percentuale storicamente non superiore al 18%. Non è ancora troppo tardi per invertire la tendenza, ma servono interventi decisi da parte del regolatore Ue per recuperare un valore giornaliero che potrebbe arrivare a 4 miliardi di euro sotto forma di benefit ai consumatori e opportunità di business.
Le aree di intervento più urgenti e strategiche di intervento sono la tecnologia IoT e lo sviluppo di reti ultraveloci 5G e in fibra. Le telco europee chiedono inoltre l’istituzione di una super Authority europea per la gestione delle identità digitali uniche dei cittadini e l’uso delle nuove tecnologie, fra cui l’intelligenza artificiale.