Un’indagine condotta su un campione di imprese italiane e proiettata sull’universo delle realtà italiane con più di 50 dipendenti, evidenzia una nuova e forte propensione all’utilizzo del cognitive computing come strumento di business.
Il cognitive computing, tra queste nuove tecnologie, promette in particolare di apportare miglioramenti che vanno ben oltre le sole esigenze dell’IT automation, impattando profondamente sulle fasi di discovery e analisi dei dati, sui processi decisionali e quindi sul business aziendale.
Dai dati pubblicati dalla survey IDC, risulta che oltre il 70% delle imprese italiane che stanno attraversando processi di trasformazione dell’organizzazione o di sviluppo di nuovi prodotti/servizi sta già impiegando soluzioni e tecnologie di tipo cognitivo.
La mole di dati prodotta da ogni singolo individuo crescerà in maniera esponenziale, nei prossimi anni, grazie a nuovi dispositivi personali, nuovi ambienti intelligenti, nuovi ruoli, ma anche nuove regolamentazioni che promuoveranno una sempre maggiore democratizzazione del dato.
Entro il 2025, in tutto il mondo verranno generati dati per un volume di 180 zettabyte, prevede IDC. Si tratta di un universo digitale 20 volte più grande di quello misurato nel 2015 dalla stessa IDC.
A loro volta, le imprese stanno moltiplicando questi ecosistemi di dati per creare valore, aumentare l’efficienza, realizzare nuovi prodotti e servizi. Lo studio spiega che oltre l’80% delle imprese italiane, con priorità legate al miglioramento dei processi, sta pianificando il roll-out delle prime applicazioni basate su tecnologie cognitive a 12-24 mesi.
Più del 75% delle imprese italiane, con priorità legate al miglioramento incrementale di prodotti e servizi, invece, sta prendendo solo ora in considerazione la possibilità di impiegare tecnologie cognitive.
Prendendo in considerazione il quadro generale, a livello globale, delle possibili applicazioni delle tecnologie cognitive nelle aziende, tra ci l’intelligenza artificiale, si passerà dai 12,5 miliardi di ricavi attesi per la fine dell’anno in corso (cresciuti del 59% sul 2016) ai 46 miliardi di dollari del 2021.