L’Italia 4.0 non decolla. La stragrande maggioranza delle imprese non ha ancora deciso di investire in queste tecnologie, ne quindi di immergersi nel processo di trasformazione digitale ormai in atto in tutto il mondo.
Sono questi i primi risultati dell’indagine promossa dal Ministero dello sviluppo economico e dal MET, “La diffusione delle imprese 4.0 e le politiche: evidenze 2017”, condotta su un campione di 23.700 aziende attive sul territorio nazionale. Dati poco incoraggianti, se si considera che solo l’8,4% delle imprese manifatturiere utilizza almeno una tecnologia 4.0.
Poco meno del 5% ha dichiarato di avere in programma investimenti specifici nel settore smart manufacturing, mentre il restante 86,9% “non utilizza tecnologie 4.0 e non ha in programma interventi futuri”.
Le tecnologie 4.0 in questione sono: robot collaborativi e interconnessi (advanced manufacturing solutions), stampanti 3D, realtà aumentata e virtuale, nanotecnologie e materiali smart, Industrial Internet of Things, integrazione elettronica dei dati e delle informazioni lungo le diverse fasi produttive dell’azienda (integrazione orizzontale), condivisione elettronica con clienti/fornitori delle informazioni sullo stato della catena di distribuzione (integrazione verticale), big data/analytics, cybersecurity, cloud.
Considerando le aree geografiche di maggiore diffusione delle industry 4.0 technologies, come da attese, è stata maggiore nel Centro-Nord (9,2%) rispetto al Mezzogiorno (6,1%).
Dal punto di vista tecnologico, sembra che le soluzioni più impiegate siano state quelle “solo dati” (48,1%, seguita da “tecnologie produttive e dati” (25,9%) e quindi le “tecnologie solo produttive” (16%).
L’indagine ha inoltre permesso di evidenziare quanto sia stato utile alle imprese poter contare su politiche nazionali di promozione dell’Industry 4.0 e della trasformazione digitale dei settori produttivi.
A riguardo, “il 56,9% delle imprese 4.0 ha dichiarato di aver utilizzato almeno una misura di sostegno pubblico rispetto al 22,7% delle analoghe imprese non impegnate nelle tecnologie in esame”.
Le imprese, inoltre, “hanno utilizzato in larga prevalenza il super ammortamento e l’iperammortamento (36,8% nel caso delle imprese 4.0 e 12,8% tra le imprese tradizionali), il Credito d’imposta per le spese in R&S (17,0% vs 3,1%), la Nuova Sabatini (19,8% vs 4,7%) e i fondi di garanzia (11,3% vs 2,8%)”.