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Tecnolaw. Nuovo video format per 7 big dell’hi tech

di Redazione DIMT - Diritto, Mercato, Tecnologia |

Ambizioso progetto della Alliance for Open media, soggetto appena fondato da nomi di primo piano dello scenario tecnologico globale.

#Tecnolaw è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e DIMT – Diritto, Mercato, Tecnologia.

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“Sviluppare tecnologie, formati multimediali e dispositivi di codifica e decodifica di nuova generazione nel pubblico interesse”. È ambizioso l’obiettivo della Alliance for Open Media, soggetto appena fondato da nomi di primo piano dello scenario tecnologico globale: da Microsoft a Google, da Netflix a Cisco, da Amazon a Intel fino a Mozilla.

“I nuovi standard open per i video in ultra HD accresceranno l’esperienza degli utenti del web anche sul mobile”, si legge in una nota del gruppo: “È obiettivo di questa no profit quello di fornire una infrastruttura aziendale e legale a soggetti impegnati nello sviluppo e nella messa in opera di standard e codici sorgente da distribuire in formato open source“.

Sotto l’ombrello di un progetto targato Joint Development Foundation verranno dunque messi a punto format per contenuti web incentrati su interoperabilità, openess, scalabilità e adattabilità ai nuovi dispositivi e connessioni, adattabilità a contesti commerciali così come a quelli non lucrativi (come gli user generated content), ottimizzazione per lo streaming e per un impatto ridotto sugli hardware.

“Le aspettative dei clienti in tema di trasmissione video continuano a crescere – afferma Gabe Frost,  executive director di Aom – e per soddisfarle è necessario l’impegno coordinato dell’intero ecosistema. L’impegno dell’Alliance nasce proprio da qui, con la messa a sistema delle migliori competenza in tema di distribuzione video per garantire lo sviluppo di soluzioni openroyalty free e interoperabili per il consumo di prossima generazione”.

 

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Per un progetto che guarda al futuro ce n’è intanto uno che chiude la porta al passato, e nello specifico a Flash: da 48 ore Google Chrome non mostra più l’autoplay dei contenuti pubblicitari in questo formato e incoraggia la conversione all’HTML 5, proseguendo un percorso iniziato nel marzo scorso. Come si legge in un post sulla pagina G+ di AdWordsla migrazione verso l’HTML 5, che ha da tempo coinvolto Youtube, dilaga nel browser di Mountain View per motivi legati alla velocità di caricamento, che incide sull’esperienza di utilizzo oltre che sulle batterie dei dispositivi; ma è chiaro che nell’abbandono dello standard di Adobe possono aver pesato anche i rischi in materia di sicurezza emersi in maniera clamorosa nella vicenda che ha di recente coinvolto Hacking Team. La decisione finale sulla possibilità di mostrare i contenuti, tuttavia, anche a fronte dell’ancora massiccio utilizzo di Flash da parte degli inserzionisti, è rimessa agli utenti finali.

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