Promuovere l’uso delle fonti di energia più sostenibili. In sintesi è ciò su cui il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, ha posto l’accento in riferimento a quello che dovrebbero fare i regimi di tassazione.
Gurria ne ha parlato nell’introduzione del rapporto ‘Taxing Energy’, stilato dall’Organizzazione di Parigi, in cui viene messa a confronto la situazione fiscale di 41 Paesi in tutto il mondo, responsabili nell’insieme dell’80% dell’energia consumata a livello globale. Secondo l’Organizzazione le tasse energetiche sono uno degli strumenti più efficaci che i governi hanno a disposizione per ridurre gli effetti collaterali negativi del settore elettrico e termici.
Tuttavia, la nuova analisi mostra come questi strumenti fiscali siano mal allineati con gli aspetti negativi contro cui dovrebbero lottare, dimostrando un impatto molto limitato sugli sforzi per ridurre i consumi e passare a forme di energia più sostenibili.
‘Se gestite in maniera efficace, le tasse sull’energia sono uno strumento potente per bilanciare costi e benefici dell’utilizzo di energia’, ha affermato Gurria, ‘idealmente, i prezzi finali dovrebbero riflettere l’impatto ambientale per assicurare che le risorse vengano usate nella maniera più produttiva e che gli effetti negativi vengano contenuti: le tasse possono aiutare a raggiungere questo obiettivo, fornendo inoltre incentivi per la ricerca di tecnologie alternative e più pulite’.
Da questo punto di vista, il segretario generale dell’Ocse ha criticato le tasse troppo basse su alcuni tra i combustibili più inquinanti: ad esempio, secondo Gurria, ‘le tasse sul carbone sono particolarmente basse’.