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Tasse sulle bollette luce e gas: a quanto ammontano?

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A far lievitare ulteriormente l’importo finale delle bollette luce e gas troviamo le tasse, a partire dall’IVA, che vanno pagate ad ogni bolletta, e dalle accise, strettamente collegate al consumo.

La crisi energetica e l’incremento alle stelle dei prezzi di luce e gas ha riacceso l’attenzione su di un tema molto delicato: l’impatto delle tasse sull’importo finale delle bollette. Come noto, infatti, il consumo effettivo di energia incide solo in parte sull’importo che il cliente finale deve pagare. A far incrementare tale importo ci sono altre voci di costo (come spese per gli oneri di sistemi e di trasporto e gestione del contatore) oltre alle spese per la materia energia.

A far lievitare ulteriormente l’importo finale troviamo le tasse, a partire dall’IVA, che vanno pagate ad ogni bolletta, e dalle accise, strettamente collegate al consumo. Per il gas, inoltre, c’è anche una tassa regionale da considerare mentre per la luce bisogna fare i conti con il canone RAI.  Le tasse rappresentano una porzione rilevante dell’importo finale che l’utente deve pagare. Vediamo, quindi, a quanto ammontano le tasse sulle bollette di luce e gas:

Le tasse per la bolletta della luce: dall’IVA alle accise, ecco cosa si paga

Partiamo dalla bolletta della luce. Per una fornitura di energia elettrica sono previste delle accise legate al consumo fatturato dal fornitore. L’accisa applicata alla bolletta dell’energia elettrica dipende dal tipo di fornitura attivo oltre che dalla potenza impegnata e dal totale di energia consumato nel corso del periodo di fatturazione. Il primo caso da considerare è quello delle forniture per uso domestico.

In questo caso, per le forniture per residenti non sono previste accise fino a 150 kWh consumati al mese. Superata questa soglia viene applicata un’accisa di 0,0227 €/kWh per tutto il consumo eccedente. Da notare, inoltre, che se la fornitura ha una potenza impegnata oltre 3 kW verrà applicata anche un’accisa di 0,0227 €/kWh aggiuntiva.

Per quanto riguarda le forniture per non residenti è prevista l’applicazione dell’accisa di 0,0227 €/kWh a prescindere dal consumo mensile di energia elettrica. Per le forniture di energia elettrica per “usi diversi dalle abitazioni”, invece, si applica un’accisa di 0,0125 €/kWh per consumi fino a 200.000 kWh al mese. Per i consumi eccedenti questa soglia, viene applicata un’accisa ridotta, pari a 0,0075 €/kWh.

Per le bollette dell’energia elettrica c’è poi da considerare l’IVA che viene applicata a tutte le voci della bolletta e, quindi, anche all’accisa. Per uso domestico, una fornitura di energia elettrica deve fare i conti con l’applicazione dell’IVA al 10%. Per quanto riguarda le forniture per “altri usi”, invece, l’IVA applicata è al 22%.

Sulla spesa annuale per le bollette dell’energia elettrica viene applicato anche il canone RAI (su cui non si considera l’IVA). Il canone si paga per i mesi che vanno da gennaio a ottobre con un costo fisso di 9 euro al mese per un totale di 90 euro l’anno. Naturalmente, il canone RAI non viene addebitato in tutti quei casi in cui è prevista l’esenzione dal pagamento come indicato dalla normativa vigente.

Le tasse per le bollette del gas: c’è anche l’addizionale regionale

Per quanto riguarda le bollette del gas, invece, le tasse previste in bolletta sono diverse. In questo caso, infatti, oltre alle accise ed all’IVA c’è anche una terza voce di spesa, l’addizionale regionale che, come vedremo, viene stabilita a livello locale da ciascuna regione, entro determinati limiti previsti dalla normativa. Non c’è, invece, il pagamento del canone RAI, addebitato solo nelle bollette della luce per residenti.

Partiamo anche per le bollette del gas dalle accise. Questa particolare tipologia di tassa è legata al consumo di gas registrato dalla fornitura. Per le forniture domestiche (non c’è differenza tra residenti e non residenti) sono previsti quattro scaglioni di consumo (0-120, 121-480, 481-1560 e oltre 1560 Smc/anno) con prezzi decrescenti dalla prima alla terza fascia e in leggera crescita per la quarta fascia.

Da notare che l’importo effettivo dell’accisa dipende anche dall’area in cui è situata la fornitura. In particolare, per le forniture situate al Sud Italia è prevista l’applicazione di un’accisa leggermente più bassa. Per la fascia 0 – 120 Smc/anno, ad esempio, le accise sono 0,044 €/Smc per il Centro – Nord Italia e 0,038 €/Smc per il Sud Italia.

Per quanto riguarda le accise applicate alle bollette del gas per le imprese, invece, ci sono due scaglioni di consumi. Per consumi inferiori a 1.200.000 Smc/anno è prevista un’aliquota di 0,12 €/Smc mentre oltre tale soglia si applica un’aliquota di 0,0075 €/Smc. Non ci sono differenze legate all’ubicazione della fornitura per determinare le accise delle forniture per le imprese.

Bisogna tener conto, inoltre, dell’addizionale regionale. Questa tassa aggiuntiva viene determinata dalle singole regioni. In alcuni casi, le regioni fanno una distinzione in base alla zona climatica dove è situata la fornitura. In ogni caso, quando dovuta, l’addizionale regionale è legata al consumo di gas registrato dalla fornitura con un valore espresso in €/Smc che va a sommarsi alle accise.

A completare le tasse della bolletta del gas troviamo l’IVA che, anche in questo caso, si applica al costo complessivo della bolletta, comprendendo anche le accise e l’addizionale regionale. La normativa attuale prevede l’applicazione dell’IVA al 10% per i primi 480 Smc all’anno (con un sistema di soglie mensili però). Successivamente, viene applicata l’IVA al 22%.

La doppia tassazione IVA, con aliquota inizialmente ridotta, è valida per le forniture di gas per clienti domestici. Per le imprese, invece, l’IVA è fissa al 22% e si applica, ancora una volta, a tutte le voci della bolletta e, quindi, anche alle accise e all’addizionale regionale andando a rappresentare una porzione davvero significativa della bolletta.

Da notare che dal 1° ottobre 2021 al prossimo 30 giugno 2022, grazie ad una serie di decreti emanati dal Governo, l’IVA per le bollette del gas è stata ridotta al 5% in via transitoria come forma di sostegno agli utenti finali durante l’emergenza energetica. Senza una modifica strutturale o un ulteriore provvedimento transitorio, dal mese di luglio l’IVA tornerà ad essere applicata nel modo in cui prevede la normativa.

Come ridurre l’importo delle bollette

Le tasse sulle bollette sono sostanzialmente legate al consumo di energia elettrica e gas naturale e rappresentano un “costo fisso” su cui non è possibile intervenire. Riducendo il consumo è possibile ridurre anche l’importo delle tasse e, più in generale, ridurre l’importo totale da pagare delle bollette. Azzerando il consumo, però, ci saranno comunque dei costi da sostenere e su questi costi verrà applicata l’IVA.

Per ridurre l’importo delle bollette di luce e gas ci sono, quindi, due opzioni. La prima soluzione è rappresentata dal taglio del costo dell’energia. In questo modo, a parità di consumo nel periodo di fatturazione, si registrerà un importo più basso in quanto il costo unitario dell’energia (espresso in €/kWh per la luce e €/Smc per il gas; attenzione: su questo costo va applicata l’IVA) sarà più basso.

Per abbassare il prezzo dell’energia è possibile affidarsi alle migliori tariffe disponibili sul Mercato Libero. Individuare le opzioni tariffarie più vantaggiose per le proprie esigenze è semplice. È possibile, infatti, consultare il comparatore di SOStariffe.it per offerte luce e gas, disponibile anche tramite l’App di SOStariffe.it per dispositivi mobili.

La comparazione online delle offerte necessità, per essere precisa e in linea con quelle che sono le esigenze dell’utente, del dato relativo al consumo annuo della propria fornitura. Questo dato viene indicato chiaramente nell’ultima bolletta inviata dal proprio fornitore. Una volta inserito il dato di consumo è possibile facilmente individuare le tariffe più vantaggiose.

Chi è ancora nel mercato tutelato, inoltre, potrà ottenere un’indicazione relativa al risparmio annuo stimato nel passaggio alla migliore offerta del Mercato Libero. Attualmente, una “famiglia tipo” (consumo annuo di 2700 kWh di energia elettrica con potenza impegnata di 3 KW e consumo annuo di 1400 Smc di gas naturale) può registrare un risparmio stimato di circa 450 euro per la luce e 430 euro per il gas.

In caso di ulteriori rincari per il mercato tutelato, inoltre, il risparmio annuale ottenibile con il Mercato Libero potrebbe essere ancora maggiore. Tra le tariffe del Mercato Libero, infatti, ci sono anche offerte a prezzo bloccato che garantiscono una protezione totale contro i rincari del mercato energetico all’ingrosso nel corso del prossimo futuro.

La seconda strada per ridurre l’importo delle bollette di luce e gas passa per la riduzione dei consumi. Quest’opzione può essere messa in pratica in vari modi. La soluzione migliore prevede il taglio degli sprechi di energia e la possibilità di puntare sull’efficienza energetica come parametro di riferimento per il modo in cui si utilizza l’energia.

Scegliere gli elettrodomestici ad alta efficienza, puntare su sistemi di illuminazione a basso consumo, utilizzare la caldaia per il riscaldamento e il condizionatore per il raffreddamento nel modo corretto (in particolare evitando di eccedere con la “temperatura obiettivo”) sono piccoli accorgimenti che potranno tornare utili per ridurre i consumi e, quindi, l’importo delle bollette.

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