C’è solo la telefonia a poter ‘vantare’ tariffe in calo negli ultimi 10 anni: forse per questo, si sente spesso dire che gli italiani possono anche rinunciare al riscaldamento ma non al cellulare.
Se infatti nell’ultimo decennio le tariffe per i servizi ai cittadini sono cresciute il doppio dell’inflazione, i servizi di telefonia hanno registrato una diminuzione del 15,7%, unici in controtendenza.
Secondo i dati di Federconsumatori, dal 2004 al 2014 le tariffe sono aumentate mediamente del 41% a fronte di un’inflazione aumentata del 20,4%.
A registrare l’aumento più pesante, le tariffe dell’acqua (+80,1%), dei rifiuti (+70,3%), dell’energia elettrica (+48,4%), dei trasporti ferroviari (+46,2%), del pedaggi autostradali (+46,5%), del gas (+42,9%), dei trasporti urbani (+33,5%).
Tutti servizi di primaria importanza per le famiglie, la cui spesa complessiva è gravata ina maniera sempre più pesante da queste voci.
La concorrenza non decolla e pesa la mancanza di vigilanza
Secondo una seconda analisi del Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione della Federconsumatori, alcune tariffe – quali acqua, rifiuti e trasporti – sono addirittura aumentate in maniera decisamente più pesante tra il 2008 e il 2014, in piena crisi economica, rispetto alla fase pre-crisi ossia dal 2002 al 2008.
Aumenti che hanno contribuito in modo determinante al complessivo impoverimento delle famiglie e che sono in larga parte dovuti a un cronico deficit di concorrenza nei mercati di riferimento, se non addirittura a vere e proprie speculazioni, ma anche alla mancanza di vigilanza, nonostante in Italia si contino ben 13 Autorità.