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Taiwan vieta l’uso di DeepSeek nelle agenzie governative per timori di sicurezza

Il governo di Taiwan ha vietato l’uso di DeepSeek nelle agenzie governative e nelle infrastrutture critiche, citando preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale. Secondo il Ministero degli Affari Digitali, la tecnologia sviluppata dall’azienda cinese comporta rischi di trasmissione transfrontaliera di dati e potenziali fughe di informazioni sensibili.

Questa decisione arriva in un contesto di crescente diffidenza verso le tecnologie cinesi e in seguito al forte impatto che il lancio del modello R1 di DeepSeek ha avuto sui mercati finanziari, causando un calo delle azioni nel settore dell’AI.

Taiwan non è l’unico paese ad aver preso provvedimenti contro DeepSeek. L’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali in Italia ha bloccato l’accesso all’applicazione, sostenendo che l’azienda non abbia fornito risposte adeguate su come gestisce i dati personali degli utenti italiani.

Anche la Commissione per la Protezione dei Dati in Irlanda ha richiesto chiarimenti, mentre nel Regno Unito il ministro dell’AI, Feryal Clark, ha messo in guardia i cittadini sui rischi legati all’utilizzo della piattaforma, consigliando di prestare attenzione alla gestione dei propri dati.

DeepSeek, fondata nel 2023 dall’imprenditore cinese Liang Wenfeng, è una delle startup più promettenti nel settore dell’AI, ma la sua crescita è ora minacciata dalle barriere normative che stanno emergendo a livello globale.

L’episodio evidenzia la crescente tensione tra sicurezza nazionale e innovazione tecnologica, soprattutto in un’epoca in cui il controllo dei dati è diventato un tema centrale per i governi di tutto il mondo.

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OpenAI presenta un nuovo agente ChatGPT per la ricerca approfondita

OpenAI ha annunciato il lancio di un nuovo agente AI denominato ‘deep research’, progettato per assistere nella conduzione di ricerche approfondite e complesse tramite ChatGPT.

Questa funzionalità è destinata a professionisti in ambiti come finanza, scienza, politica ed ingegneria, ma può risultare utile anche per chi deve prendere decisioni di acquisto importanti, come automobili ed elettrodomestici.

Gli utenti di ChatGPT Pro possono già accedere a ‘deep research’ con un limite di 100 richieste mensili, mentre il supporto per gli abbonamenti Plus, Team ed Enterprise arriverà gradualmente. Il servizio consente di caricare file e fogli di calcolo, e le risposte possono richiedere fino a 30 minuti per essere elaborate. Attualmente, i risultati sono solo testuali, ma OpenAI prevede di integrare immagini, grafici e altre forme di analisi.

Per garantire maggiore accuratezza, ‘deep research’ utilizza una versione ottimizzata del modello o3, basato su apprendimento per rinforzo, che permette di navigare sul web, analizzare dati e generare report dettagliati con citazioni verificabili.

Tuttavia, OpenAI riconosce che il sistema può commettere errori, come confondere informazioni autorevoli con fonti inaffidabili o generare citazioni imprecise.

L’iniziativa si inserisce in una competizione crescente tra le aziende tecnologiche per offrire strumenti di ricerca avanzati basati sull’AI, con Google che ha recentemente annunciato un servizio simile con lo stesso nome. Resta da vedere se questa nuova funzionalità riuscirà a soddisfare le esigenze di chi cerca ricerche realmente affidabili e approfondite.

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L’AI prenderà i nostri posti di lavoro? Tre scenari su come potrebbe impattare l’economia

L’introduzione dell’AI nel mercato del lavoro solleva interrogativi sul suo impatto economico, con tre scenari principali in discussione. L’ipotesi ottimista vede l’AI come un acceleratore della produttività, portando benefici sia agli investitori che ai lavoratori.

Secondo Goldman Sachs, il PIL degli Stati Uniti potrebbe crescere del 2,3% entro il 2034 grazie a questa tecnologia, mentre il McKinsey Global Institute stima un incremento tra il 5% e il 13% entro il 2040. L’ipotesi pessimista, invece, suggerisce che l’AI non riuscirà a generare guadagni significativi in termini di produttività, come avvenuto con altre rivoluzioni tecnologiche del passato che hanno impiegato decenni prima di influenzare concretamente l’economia.

Secondo l’economista Daron Acemoglu, solo il 5% delle attività umane potrebbe essere sostituito dall’AI nei prossimi dieci anni, con un impatto minimo sulla crescita economica. Infine, la visione distopica prevede che l’AI potrebbe eliminare milioni di posti di lavoro senza migliorare la distribuzione della ricchezza, ampliando il divario tra élite tecnologiche e forza lavoro tradizionale.

Elon Musk ha avvertito che l’AI potrebbe portare alla fine del lavoro cognitivo, e le decisioni politiche, come i recenti incentivi di Trump per il pensionamento anticipato di dipendenti federali, suggeriscono che si stia già affrontando questa possibilità.

Attualmente, il divario tra l’entusiasmo per l’AI e i reali aumenti di produttività resta evidente. Tuttavia, alcuni studi dimostrano miglioramenti settoriali: ChatGPT ha aumentato l’efficienza degli operatori del servizio clienti del 14%, mentre GitHub Copilot ha accelerato il lavoro degli sviluppatori del 56%. Resta da vedere quale scenario prevarrà nei prossimi anni.

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