Tagli IT nella PA, il Senato ci mette una pezza e modifica, senza però cancellarlo, il tanto contestato comma 3 dell’articolo 29 della Legge di Stabilità, che in prima stesura prevedeva un taglio lineare del 50% della dotazione finanziaria delle amministrazioni pubbliche per gli acquisti informatici. Nel maxiemendamento, passato oggi in Aula a Palazzo Madama, sul quale il Governo ha posto la fiducia prima del ritorno alla Camera lunedì, sono contenuti gli emendamenti che di fatto stralciano il dimezzamento secco alla spesa pubblica informatica, previsti nella versione iniziale, spalmandolo sui prossimi tre anni.
In altre parole, l’obiettivo di risparmio del 50% sulla spesa annuale media per la gestione corrente del settore informatico, dovrà essere raggiunto “alla fine del triennio 2016-2018” e non più a partire dal 2016.
Meglio di niente, anche se in molti nel settore avevano sperato che l’obiettivo di risparmio fosse cancellato tout court.
Tanto più che i comuni, sempre a corto di fondi, saranno costretti alle marce forzate se vorranno rispettare i tempi serrati previsti dalla Strategia per la crescita digitale del Governo (Spid, Anpr, Anagrafe unica, servizi digitali, pagamenti elettronici, Italia Login).
Detto questo, il maxi-emendamento rivede il comma 3 dell’articolo 29, introducendo alcune novità proposte in Senato. In primo luogo, al punto 280 si prevede che “l’Agenzia per l’Italia Digitale predisponga un piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione che è approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri o dal Ministro delegato. Il piano contiene, per ciascuna amministrazione o categoria di amministrazioni, l’elenco dei beni e servizi informatici e di connettività e dei relativi costi, suddivisi in spese da sostenere per innovazione e spese per la gestione corrente, individuando altresì i beni e servizi la cui acquisizione riveste particolare rilevanza strategica”.
L’obiettivo è fare in modo che la spesa IT della PA venga programmata dai singoli soggetti in base alle reali necessità e urgenze, consentendo di programmare la spesa in base alle priorità dei singoli soggetti.
Un’altra novità, al punto 282 del maxi-emendamento, riguarda l’esclusione dall’obbligo di programmazione triennale della spesa IT per l’amministrazione della giustizia “in relazione alle spese di investimento necessarie al completamento dell’informatizzazione del processo civile e penale negli atti giudiziari”.
E’ previsto inoltre che i risparmi derivanti dall’attuazione del presente articolo siano “utilizzati dalle amministrazioni prioritariamente per investimenti in materia di innovazione tecnologica”.
Il mancato rispetto delle procedure, in particolare la mancata condivsione con Agid e Consip della spesa IT prevista nel piano triennale, prevedono la responsabilità disciplinare per danno erariale delle amministrazioni.
Per quanto riguarda la Sanità, infine, il punto 287 del maxi-emendamento prevede la definizione di “criteri uniformi per gli acquisti di beni e servizi informatici e di connettività da parte degli enti del Servizio sanitario nazionale”. L’obiettivo è garantire “l’interoperabilità dei sistemi informativi della sanità a livello nazionale”. Il che sarebbe un grosso passo in avanti per il sistema sanitario, frammentato in 21 versioni regionali che non parlano fra loro e centinaia di sistemi nelle 220 fra ASL e aziende ospedaliere pubbliche.