È un momento di cambiamento per la tv digitale terrestre. Il nuovo anno si è aperto nel segno dello switch off per tutto il nord Italia.
Entro il 14 marzo Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna hanno terminato il processo di refarming delle frequenze. Ora tocca alle Marche dove le operazioni si concluderanno il 6 aprile. L’8 marzo, poi, le tv nazionali hanno attivato la nuova codifica Mpeg-4.
Moltissimi italiani, in particolare, stanno riscontrando problemi con la visione dei 24 telegiornali regionali Rai, in onda su Rai3. Ne abbiamo parlato con l’ingegnere Stefano Ciccotti, dirigente della Rai, dal 2017 Chief Technology Officer. “Ci hanno ridotto le frequenze – ha premesso Ciccotti – e siamo passati da una struttura di rete in cui avevamo un telegiornale regionale per ogni multiplex ad una struttura macroregionale in cui ogni multiplex ospita tre notiziari regionali. Chi vive in Sicilia vedrà la tgr Sicilia, quella della Calabria e quella della Basilicata“.
Questo passaggio cosa comporta? “Ci sono aspetti positivi e negativi. Quello positivo è che i multiplex macroregionali ci consentono di raggiungere migliaia di famiglie che vivono nelle zone di confine tra le regioni e far sì che possano vedere il notiziario regionale corretto“. Ma c’è anche chi non vede più nulla e senza una tv di ultima generazione o un decoder niente Tgr? “Esatto“.
E poi c’è chi, a prescindere da tv o decoder, la tv non la riesce a vederla più? “Purtroppo ci sono comunità montane che gestivano impianti di loro proprietà e replicavano i programmi. Quegli impianti sono stati spenti perché non hanno avuto le nuove frequenze“.
Come se ne esce? “Ma la strada maestra è dotarsi di una parabola e di un decoder tivùsat, la piattaforma satellitare gratuita con la quale la Rai ottempera ai propri doveri di servizio pubblico illuminando tutto il territorio italiano“. (ANSA).